Parte la missione olimpica di Marcell Jacobs che intanto si lascia andare ad una denuncia: è stato fregato
Il conto alla rovescia è partito. Ancora pochi giorni e Marcell Jacobs farà il suo debutto alle Olimpiadi di Parigi. Appuntamento sabato 3 agosto con le batterie dei 100 metri, la specialità più attesa dell’atletica olimpica, quella dove il 29enne ha trionfato tre anni fa a Tokyo.
Il 9.80 con cui ha vinto l’oro alle scorse Olimpiadi non l’ha più raggiunto il velocista azzurro che arriva in Francia molto carico, ma anche non da favorito. Certo la biografia di Jacobs è stata profondamente cambiata dai due successi olimpici del 2021, ma dalla settimana magica di Tokyo ne è passata di acqua sotto ai ponti.
Una vita stravolta, il successo da dover gestire, come pure la aspettative sempre più elevate. Magari anche per questo l’atleta ha fatto fatica a restare al vertice e ha scelto di trasferirsi negli Stati Uniti per ritrovare sé stesso. Una scelta che sembrerebbe aver ripagato, considerato l’oro conquistato agli Europei di Roma e il 9.92 corso a Turku, riuscendo a stampare un tempo inferiore ai 10 secondi dopo tanto tempo.
Riconfermarsi campione olimpico però, visti i tempi dei rivali, sembra più un miracolo che un obiettivo raggiungibile, anche perché nella storia dell’atletica ci sono riusciti soltanto Carl Lewis e Usain Bolt, non certo due qualunque. Jacobs vuole provarci però anche se sulla pista parigina non sarà più uno dei tanti come è accaduto a Tokyo. Molto è cambiato e a spiegarlo è stato lo stesso velocista nel corso di una recente intervista.
Il trionfo giapponese ha rappresentato uno spartiacque per la vita, sportiva e non, di Jacobs. L’atleta nel corso di un’intervista a ‘Sportweek’ ha ripercorso quelli che sono stati gli errori nella gestione della notorietà, svelando anche alcune delusioni che ha incassato negli ultimi anni.
“Il mio difetto è credere a chiunque – ha spiegato –: mi fiderei meno di alcuni personaggi che mi hanno un po’ fregato“. Un problema comune per chi all’improvviso si ritrova al centro del mondo e deve fare i conti con troppe tentazioni.
Così Jacobs gestirebbe meglio il successo: “Terrei i piedi più per terra e – aggiunge – prima di fare certe mosse, proverei a capire meglio il contesto“. Lezione imparata quindi per il 29enne nato in Texas che ora però ha un solo obiettivo. Il bis olimpico è missione impossibile, ma non per chi dichiara di “vivere sognando ad occhi aperti“. Per Jacobs provarci è quasi un obbligo.
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