La Juve batte cassa con i piccoli azionisti tifosi: servono 39 milioni

Andrea Agnelli (LaPresse)

TORINO – Alla Juve serve l’aiuto dei piccoli azionisti. E non un aiuto da poco: la società, indebitata tra operazione stadio e campagna acquisti, dopo l’aumento di capitale da 120 milioni, chiede ai 40 mila piccoli azionisti circa 39 milioni.

Sono, spiega il Sole 24 ore in un pezzo a firma Gianni Dragoni, soldi necessari a portare il bilancio bianconero fuori dal “profondo rosso” in cui è finito dopo calciopoli, la retrocessione e una serie di campagne acquisti che, con l’eccezione di quest’ultima, non hanno riportato la Juve ai fasti di un tempo.

Scrive Dragoni che “il bilancio al 30 giugno ha visto le perdite toccare il fondo nella storia bianconera, meno 95,4 milioni, con un patrimonio netto sottozero per 4,9 milioni. Sono le scorie della gestione di Jean-Claude Blanc, l’ex ad scelto nel 2006 da John Elkann per la successione ad Antonio Giraudo, del quale Blanc ha replicato lo stipendio (2,97 milioni lordi nell’ultima stagione, oltre 2 milioni all’anno le precedenti), ma non i risultati sportivi”.

Quindi la parte tecnica. Spiega il sole: “Per ogni titolo posseduto i soci potranno sottoscrivere quattro nuove azioni, a 0,1488 euro l’una. I diritti di opzione saranno negoziabili in Borsa fino all’11 gennaio 2012, mentre c’è una settimana in più per comprare le nuove azioni”.

Exor ha già fatto la sua parte versando la quota di 72 milioni. Il gruppo, titolare del 60% del club, si è poi impegnato a versare “i 9 milioni di competenza della Lafico, qualora la finanziaria libica, che possiede il 7,5%, a causa dei provvedimenti di congelamento delle azioni non possa sottoscrivere”.

A questo punto rimane il contributo dei 40 mila tifosi-soci. L’affare, visti i precedenti non è allettante: l’ultimo aumento di capitale, quattro anni fa era 105 milioni, con azioni a 1,3 euro. “Venerdì 16 dicembre – puntualizza il Sole – le azioni valevano 0,54 euro, il 58,5% in meno”. Ma al cuore non si comanda. Forse.

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