Silenzio, parla la Juve. La nuova dirigenza non ci sta. Considera una “palese ingiustizia” il verdetto di venerdì 20 gennaio della Corte Federale di Appello per il caso delle plusvalenze: ai bianconeri sono stati dati 15 punti di penalizzazione da scontare subito, nel campionato in corso. La Corte ha poi inibito gli ex dirigenti, in testa Andrea Agnelli (2 anni).
Il presidente Ferrero e l’amministratore delegato Scanavino hanno già parlato alla squadra dicendo che le ambizioni non cambiano. E che “la sentenza è ingiusta, abbiamo posizioni solide e le difenderemo davanti al Collegio di Garanzia del CONI”. E poi: ”Di fronte all’ingiustizia bisogna essere compatti, ognuno deve fare il proprio mestiere. Noi dobbiamo difendere il club nelle sedi opportune mentre la squadra deve fare punti sul campo”. Ai giocatori ha suonato la carica così: ”Oggi più che mai rappresentate milioni di tifosi in tutto il mondo, ricordatelo sempre”.
Domenica 22 contro l’Atalanta (3-3) – primo appuntamento post stangata – si è vista la risposta d’orgoglio al -15 con una doppia rimonta. Addirittura la Juventus ha sfiorato il 4-3. Soddisfatto l’allenatore Max Allegri: ”No, non è finita per la Champions. A 71 punti è possibile. E i ragazzi hanno dimostrato grande serietà. Non dobbiamo farci distrarre dalle cose esterne. Non era facile per i giocatori, a livello psicologico, vedersi da un giorno all’altro dal terzo al decimo posto“.
La Juve è già al lavoro. Ha un mese per presentare ricorso al Collegio di Giustizia dello sport (istituito presso il CONI) dopo aver letto le motivazioni che arriveranno a giorni. Cinque i punti di accusa: il libro nero di Fabio Paratici, l’intercettazione tra John Elkann e Andrea Agnelli e quella tra Arrivabene e Agnelli. Ultimi due punti: il documento sequestrato negli uffici dell’avvocato Gabasio con la pianificazione a tavolino delle plusvalenze da fare al 30 giugno 2020. Infine la delibera della CONSOB in cui si legge che dalla propria attività ispettiva è emerso che tutte le operazioni sono state concluse in modo contemporaneo, coordinato con la controparte e senza corrispettivo di denaro.
Piove sul bagnato. Le decisioni della FIGC incideranno inevitabilmente sulle decisioni della UEFA che ora è in attesa degli sviluppi dell’altra inchiesta sugli eventuali stipendi in nero. Questo potrà mettere a serio rischio l’accordo per il FairPlay. Il tutto in uno scenario complicato dal progetto Superlega e dalla severità (eufemismo) del presidente della UEFA Ceferin, avvocato di Lubiana, gran capo di Nyon dal 2016.