ROMA- Juventus, mezza Italia ha tifato Ajax: è tanto vero quanto malcelato. Non è ufficiale ma è reale, da Roma a Napoli correva una riflessione ieri sera con ogni mezzo e piattaforma. A voce, via smartphone, via mail, vecchi sms, contemporanee chat whatsapp…Una riflessione a Juventus sconfitta ed eliminata: diciamo sempre mai una gioia, stasera abbiamo capito che non è vero. Già, a Roma e Napoli calcistica l’espressione “mai una gioia” è costume, linguaggio, sentimento. A Roma e Napoli calcistica ieri sera una gioia.
E domandare a Milano come l’hanno presa l’eliminazione della Juve i tifosi di Inter e Milan, un sorridere e darsi di gomito. A Firenze il tifo viola ha vissuto una serata di piena soddisfazione. E non è che a Genova gli amanti del Genoa e della Sampdoria si siano messi a lutto. Mezza Italia o quasi ha tifato Ajax, ha esultato al pareggio dell’Ajax, ha salutato con un “vai” il secondo gol degli olandesi. E si tifava Ajax non perché la squadra di Amsterdam giocava che è un piacere vederla, si tifava, si è tifato Ajax per tifare contro la Juve. Per vedere Ronaldo nero in volto, per sentire lo Stadium ammutolito, per vedere Nedved a capo chino. Diciamolo, un po’ per vendicare e vendicarsi dello strapotere Juventus in patria.
Mezza Italia o quasi o più ha tifato nel silenzio un po’ ipocrita delle cronache la squadra che giocava contro la Juventus. Il tifo anti Juventus è un sentimento popolare quanto l’amore per la Juve. Sentimento ufficialmente clandestino ma che circola, eccome se circola. Mezza Italia o quasi a fine Juve-Ajax tirava un sospiro di sollievo: anche quest’anno Champions alla Juve evitata.
L’altra Italia, quella che tifava Juventus, quella che ama e segue la Juve, quella che raccoglie da sola di gran lunga più tifosi e appassionati di ogni altra squadra, quella che tifa la squadra che ha vinto di più e che più delle altre italiane è senza dubbio più forte…l’altra Italia la Juve quasi non se la merita. O almeno non nell’immediato dopo partita.
Con lucida dignità sportiva dirigenza e allenatore (Agnelli e Allegri) riconoscevano il merito dell’Ajax e la facevano finita lì. Con l’ovvia e doverosa aggiunta del ci riproveremo l’anno prossimo. Con irrazionale e scomposto piagnisteo erano invece molte le voci degli addetti ai lavori e le voci dei social a gridare al tradimento e sacrilegio. Una opinione pubblica sportiva (solo sportiva..?) male educata a pretendere la vittoria come diritto acquisito e obbligo contratto e giù a declinare “Fallimento”, “Fine”, “Tragedia”. Al netto delle tendenza ormai dominante alla sceneggiata, al netto di una comunicazione e linguaggio ormai strutturalmente gonfiati a steroidi verbali (sempre gli stessi, e sempre di meno, le parole a disposizione dei comunicatori si avvicinano pericolosamente alla soglia di 200, quella che attesta una sostanziale de-alfabetizzazione) la Juventus un fallimento calcistico? La Juventus alla frutta e tutta da rifare?
La Juventus ha perso una partita, anzi una qualificazione ad eliminazione diretta contro una squadra più forte nelle due partite di andata e ritorno e non ha superato i quarti di Champions. Il Barcellona per tre volte di fila si è fermato ai quarti. Risulta che si siano dichiarati falliti come squadra e società? Al Paris Saint Germain con il metro della Juve ieri sera fallita che devono fare, suicidarsi? Con questo metro, ammesso si qualifichino, l’anno prossimo Milan o Inter o Roma in Champions neanche si devono presentare)? L’altra Italia, quella che tifa Juventus, quella che dice di parlare a nome del sentimento bianconero, in serata come questa la Juventus quasi non se la merita.