ROMA – Il minuto di silenzio, in Italia, non è mai un minuto di silenzio. Giusto, sbagliato, retorico, non retorico il minuto di silenzio, ogni volta, diventa altro. Applausi, fischi, cori, canti funebri, sberleffi “caciaroni” o meno. Qualsiasi sia il motivo, la morte di uno sportivo, di un politico o una strage, un’ecatombe come quella di Lampedusa negli stadi italiani, retorico o no, il minuto di silenzio non si rispetta. Non si rispetta a Torino, dove i tifosi preferiscono, sbagliato o no, cantare l’inno di Mameli, non si rispetta a Roma, all’Olimpico, dove la Curva Nord preferisce cantare “Forza Lazio alé”, e dove qualcuno ha anche provato a fischiare.
Non si rispetta, il minuto di silenzio, neanche a Brescia, dove si preferisce cantare “Forza Brescia alé”.
Il minuto di silenzio, retorico o meno, utile o meno, non si rispetta neanche a Bologna. Al Dall’Ara i tifosi gialloblù, per sarcasmo o meno, durante i sessanta secondi preferiscono cantare un canto funebre, “Io credo, risorgerò“.
Bologna-Verona, i tifosi gialloblù durante il minuto di silenzio:
Questo il video della Gazzetta
Giusto, sbagliato, retorico o meno, in altri paesi, come si dice, in questi casi, il minuto di silenzio viene rispettato. Il silenzio è reale. Come si può ascoltare prima della partita tra Inghilterra e Spagna:
Oppure all’Old Trafford, prima del derby: