NEW YORK (STATI UNITI)- Lance Armstrong continua ad essere radioattivo: dopo le ferme obiezioni della Fina, la federazione internazionale di nuoto, l’ex campione coinvolto nel peggior scandalo di doping nella storia del ciclismo si è ritirato da una gara a cui si era iscritto per il prossimo week end approfittando che la competizione, i Masters 40 in Texas, non ricadeva sotto l’ombrello dell’Usada, l’agenzia americana anti-doping.
Il caso si è consumato nello spazio di poche ore dopo che The Statesman, il giornale di Austin, aveva annunciato il ritorno dell’atleta alle gare. Immediato il no della Fina: la federnuoto internazionale aveva ricordato che i Masters si tengono sotto la giurisdizione della United States Aquatic Sports e sottolineato che la stessa Fina e le sue associate devono “rispettare le sanzioni imposte da altre federazioni sportive”. Era partita quindi la lettera agli organizzatori che chiedeva di non ammettere Armstrong tra gli iscritti alla competizione.
L’ex ciclista, che ha 41 anni, è stato messo al bando a vita dalle gare e in gennaio ha confessato di aver fatto uso di sostanze proibite per vincere i suoi sette Tour de France. Con la reputazione in pezzi e poche speranze di veder revocata la punizione, si era potuto iscrivere ai Masters perché la competizione, nata per incoraggiare gli adulti al nuoto, non ricade sotto l’ombrello dell’Usada.
Da quando ha fatto mea culpa con Oprah Winfrey l’ex campione era rimasto nell’ombra con la sola eccezione di un viaggio a Los Angeles dove era stato fotografato a cena in un popolare ristorante. Il tuffo nella piscina dei Masters sarebbe stata la sua prima apparizione pubblica da allora.
Armstrong si era allenato da mesi per scendere in acqua nella categoria tra i 40 e i 44 anni di età, ma alcune autorità sportive lo avevano avvertito che la gara non era un fatto acquisito: anche se Rob Butcher, direttore esecutivo dei Masters, aveva dato il nulla osta alla sua partecipazione, sarebbe spettata alla Fina l’ultima parola.
Il no della federazione si è unito alle proteste e al risentimento emerso sul sito web dello Statesman. “Hey Lance, non importa quel che fai, resti un bugiardo e un disonesto senza carattere”, aveva scritto un lettore. E anche Liz Mason, la segretaria dei Masters che aveva ricevuto la richiesta di iscrizione dell’atleta, ha detto di aver commentato tra sé: “Poveraccio, ha lo stesso nome del ciclista. Che sfortuna”.