Lega Serie A: quota diritti tv per favorire gli amici. La Fondazione “bancomat”

Lega Serie A: Fondazione, "bancomat" per distribuire favori e comandare nel calcio
Lega Serie A: Fondazione, “bancomat” per distribuire favori e comandare nel calcio

ROMA – Lega Serie A: Fondazione, “bancomat” per distribuire favori e comandare nel calcio. Un’inchiesta di Repubblica mostra il meccanismo con cui, attraverso la gestione di una parte dei milioni di euro pagati dalle televisioni, la Lega di Serie A (quella che riunisce i presidenti) distribuisce a pioggia soldi ai presidenti, specie i piccoli delle serie minori e si assicura il consenso necessario a comandare nel calcio. La telefonata tra Claudio Lotito, uomo forte della serie A e Pino Iodice, dg. dell’Ischia calcio, che quella telefonata la registrò, in sostanza di tutto questo parla.

Il paradosso, o la beffa, è che quei soldi dei diritti tv, sono gestiti dalla “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”: una Fondazione nata per volontà dell’allora ministro dello Sport Giovanna Melandri di destinare una quota dei soldi delle tv della ricca seria A “allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche”.

Marco Mensurati su Repubblica spiega come quelle decine di milioni (nel 2014, milioni 74) vengano in realtà spesi: altro che mutualità, la Fondazione è un vero bancomat segreto, senza controlli e verifiche, per elargire favori e ottenere consenso.

In teoria la Fondazione dovrebbe ricevere attraverso un “ente veicolo” (Lega B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Federazione basket e Coni) i progetti delle singole società, valutarli, scegliere i più utili o i più importanti e poi finanziarli. In pratica, invece dei progetti, vengono valutati, ovviamente su base esclusivamente politica, i “veicoli” e cioè i presidenti delle leghe a cui fare un favore. Questi poi li spartiscono tra i club a seconda delle convenienze.

Il tutto indipendentemente dai progetti (che non vengono mai controllati). Tutto ciò succede nel migliore dei casi. Perché capita frequentemente che il consiglio, saldamente nelle mani di Lotito e di quella che l’opposizione in Lega chiama la gang di Infront, faccia anticipi di cassa o “premi” progetti degli anni precedenti.

Un elemento chiave della questione è infatti la composizione del consiglio, quello che poi decide tutto. Su 12 membri, 5, tra cui il presidente, li nomina la serie A, uno la serie B, 3 la Figc, uno la Fip, uno la Lega Basket, uno il Coni. (Marco Mensurati, La Repubblica)

Qualche esempio della gestione del tesoretto mutualistico solo di nome è illuminante. La Lega Pro per esempio ha presentato 60 progetti, quante sono le società rappresentate: preventivo unico e identico, 33.333,33 euro, spartizione esplicita. Nel 2013  le società non presentano progetti, i soldi arrivano ugualmente. Nel 2014 un modulo redatto in word è unico per tutti: chi presenta progetti dell’anno prima riceve la fetta di spartizione stabilita comunque.

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