Lele Oriali rescinde il contratto con la Nazionale e rinuncia agli stipendi residui, si dedicherà unicamente all'Inter Lele Oriali rescinde il contratto con la Nazionale e rinuncia agli stipendi residui, si dedicherà unicamente all'Inter

Lele Oriali rescinde il contratto con la Nazionale e rinuncia agli stipendi residui, si dedicherà unicamente all’Inter

MILANO – Lele Oriali ha deciso di lasciare il ruolo di dirigente della Nazionale per dedicarsi unicamente all’Inter, dove è il braccio destro di Conte.

 Il contratto di Oriali sarebbe scaduto il 15 luglio prossimo, data che avrebbe dovuto sancire la fine degli Europei, ma il dirigente ha deciso di chiudere anticipatamente rinunciando agli stipendi residui.

Oriali aveva iniziato la sua esperienza in azzurro nel 2014, quando aveva preso il posto di Gigi Riva.

Adesso Oriali si dedicherà unicamente all’Inter in vista della ripresa del campionato che dovrebbe avvenire a metà giugno.

Il dirigente di Como è stato anche un calciatore dei nerazzurri dal 1970 al 1983. 

Da dirigente è stato tra i protagonisti del Triplete nerazzurro del 2010 infatti di recente Mourinho lo ha ricordato con le seguenti dichiarazioni a Sky Sport: 

”Zanetti? Anche in quarantena e senza parrucchiere – sorride Mourinho guardando il video del vicepresidente dell’Inter – ha sempre i capelli top.

Era il capitano dei capitani.

Lui, Cordoba, Materazzi, Toldo, erano giocatori di cuore, di cuore nerazzurro.

La trasmissione dei valori interisti, la trasmissione di un sogno.

Grazie anche a Branca e Oriali, hanno fatto un grande lavoro e mi hanno aiutato nelle scelte.

Ma l’uomo che guidava tutti al sogno era Moratti ed è stato fondamentale anche per questa ambizione”.

Poi José racconta uno dei momenti decisivi, quello della clamorosa rimonta di Kiev:

”Ho visto gente triste e io odio la gente triste quando c’è tanto da giocare.

Ho pianto tante volte dopo le grandi vittorie, ma ho pianto solo una volta dopo una sconfitta.

All’intervallo sono riuscito a entrare nel cuore dei giocatori”.

Poi l’eliminazione del Barcellona:

”Prima della partita mio figlio – che aveva dieci anni- mi disse ‘non mi ricordo la tua prima finale, ora voglio questa finale.

Voglio ricordarmela’.

Prima della partita racconto alla squadra di mio figlio e dico ai giocatori di pensare a loro.

Siamo entrati in campo con la consapevolezza che non lo facevamo solo per noi”.
    (fonte ANSA).

 

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