TORINO – Alberto Ferrarini non sarà più il motivatore di Leonardo Bonucci. Ferrarini ha scritto su Facebook: “Dopo 7 anni di lavoro e successi ho deciso di terminare il mio lavoro con Bonucci. Ringrazio lui per aver creduto in me e nel mio lavoro. Trovo che questo sia stato il segreto del nostro successo, il suo soprattutto”. Il ruolo di Ferrarini era venuto allo scoperto soprattutto l’anno scorso, quando spiegò la tattica delle caramelle all’aglio e le tecniche di motivazione del giocatore della Juve.
Le caramelle all’aglio prima di Juve-Roma. “Sabato sera – spiega Ferrarini – abbiamo lavorato tre ore in albergo per preparare la partita. Nuovi segreti? Finito il nostro lavoro ho dato a Leonardo delle caramelle all’aglio. Prodotti naturali, immangiabili. I soldati centinaia di anni fa mangiavano l’aglio per mantenersi forti, sani e lucidi in battaglia. Leo è un soldato, e mangiando quelle caramelle è come lo avessi fatto tornare alle sue origini. Gli ho detto anche di alitare in faccia a Gervinho e Totti… La cosa più importante è stato il raggiungimento dell’obiettivo: la vittoria”.
La motivazione al buio. “Nel corso degli anni – ha raccontato il motivatore sul social network – ho portato Bonucci nella mia cantina, sotto terra. Al buio. E lì, con un tono di voce tutt’altro che buono o dolce, lo offendevo in ogni modo, lo giudicavo. Lo insultavo. Così, se lui faceva persino un piccolo cenno con lo sguardo, per lui c’era un pugno dritto nello stomaco. Obiettivo? Vincere il giudizio, affinché Leo stesse sempre sul pezzo. Così è cominciata la storia del soldato”.