L’inglese Tao Geoghegan Hart, 28 anni, alfiere della corazzata Ineos-Grenadiers, ha vinto per distacco la prima tappa del Tour of the Alpes, un tempo Giro del Trentino. Ha vinto di forza, di mestiere, di sapienza tattica. Non a caso ha vinto il Giro d’Italia 2020. Pilotato da una squadra in gran spolvero, all’ultimo km ha colto il tempo perfetto, ha raggiunto a poche decine di metri il fuggitivo Carthy e gli ha soffiato una vittoria pressoché certa. Per poco l’incredulo Carthy non perde anche il podio salvato per due soli secondi.
Prima tappa, nel Tirolo austriaco. Partenza alle 12.02 da Rattenberg, arrivo a Alpbach; frazione di 127 km con due ascese abbordabili: Brandenberg (918 m) e nel finale il Sattel (1108 m). La corsa si accende a 40 km dal traguardo: 6 uomini in fuga. Ai -20 km sono ancora davanti a tutti. Il gruppo tenta di agganciarli. È scatenato, ci riesce. Gruppo compatto ai piedi dell’ultima asperità. In evidenza la Ineos che detta il ritmo. Ai -11 km inizia la dura ascesa, strade strette, pendenza selettiva (12%). Si stacca Arensman. Accelera Jack Haig, lo affianca Cepeda. I due se ne vanno e l’ecuadoreno scollina per primo.
Poi nella discesa molto tecnica i due battistrada spingono correndo qualche rischio. Cepeda rischia di meno e nella discesa l’australiano vola e guadagna una manciata di secondi. Ultimo km, con un tratto molto duro. A 800 m dalla linea d’arrivo il tesoretto sfuma. Ai -400 metri il britannico Geoghegan Hart apre il gas nella ripida salita, apre il gas, fa il vuoto e vince a braccia alzate . A 2” arriva uno sconsolato Gall. Terzo Carthy (+4”) che precede Sosa (+6”), Vlasov e Sivakov (entrambi a +6”). Settimo Lorenzo Fortunato (+20”). A seguire Kamna, Buitrago,Haig (+24”).
La “corsa senza confini“ – unica nel suo genere – è giunta alla edizione n.46 in buona salute e i consueti solidi propositi di buon vicinato. Tre le regioni coinvolte: Tirolo, Alto Adige e Trentino. Tappe brevi e spettacolari. In tutto cinque frazioni per un totale di 752 km è un dislivello di 14.790 metri. Gran finale venerdì 21 aprile in Val Pusteria sul traguardo di Brunico (Bolzano). Un Tour che è un antipasto del Giro d’Italia (6-28 maggio).
Il primo Tour si è svolto nel 1962 e lo ha vinto Enzo Moser. Poi c’è stata un lunga interruzione, dal 1964 al 1979. Il Giro è ripreso appunto nel 1979 e nell’albo d’oro sono finiti fior di campioni come Francesco Moser (1980, 1983), Beppe Saronni (1982), Gianni Bugno (1990), Claudio Chiappucci (1992), Maurizio Fondriest (1993), Moreno Argentin (1994), Paolo Savoldelli (1998, 1999), Gilberto Simoni (2003). Poi è stata la volta di Michele Scarponi (2011), Nibali (2008, 2013),Basso (2009), Domenico Pozzovivo (2012),Cadel Evans (2014), Richie Porte (2015), Mikel Landa (2016). Il record di vittorie (3) appartiene a Damiano Cunego.
Frazione di 165,2 km. Da Reith Im Alpbachtla a Ritten/Renon con due ascese di tutto rispetto: Passo del. Brennero (1388 m) e Monte di Mezzo (1175 m). Mercoledì il Tour arriva a Brentonico.
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