Luciano Spalletti, intervistato su Rai Due da Alessandro Antinelli, si è definito una sorta di “rabdomante”. “Il mio dovere – le parole del CT – è guardare, osservare, scoprire tutto ciò che può fare esultare la gente”.
Poi il CT ha parlato dei giovani sotto osservazione per la nazionale. “Sono venuti fuori Kayode, Ranieri, Koleosho, Casadei che avevamo nel mirino da un po’. Bove – ha poi aggiunto il ct – è oramai una certezza, mi è piaciuto nell’ultimo periodo l’atteggiamento di Lucca, e poi Prati, Calafiori che è una certezza a sinistra e al centro, ed è pronto per la nazionale”.
Spalletti ha poi risposto al paragone tra lo scudetto Napoli e la qualificazione a Euro2024. “Il primo è stato un memorabile viaggio collettivo su binari del sogno e della follia: sembrava impossibile anche nei sogni – le sue parole – La qualificazione europea è invece la voce che sale dal fondo del pozzo in cui eravamo caduti e che urla al mondo che ci siamo anche noi e siamo più vivi che mai. Ci permette di andare in Germania a difendere il titolo vinto nel 2021, ma c’è ancora tanto lavoro da fare”.
Per il nuovo anno, Spalletti si augura di “essere giusto”. “Dover farmi carico di situazione complicate mi rende felice, appartengo a quella generazione di persone per le quali far parte della nazionale fa battere forte il cuore. Ecco, il mio augurio è che questa felicità possa toccare tanti italiani”.
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