Luna Rossa, la regata decisiva delle finali di Coppa America di vela: deve rimontare un 3-6 con la Nuova Zelanda

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 16 Marzo 2021 - 17:54 OLTRE 6 MESI FA
Luna Rossa, la regata decisiva delle finali di Coppa America di vela: deve rimontare un 3-6 con la Nuova Zelanda

Luna Rossa, la regata decisiva delle finali di Coppa America di vela: deve rimontare un 3-6 con la Nuova Zelanda

Luna Rossa combatte la finale di Coppa America di vela. Ha dovuto cedere ad un salto di vento e alla velocità di New Zealand ad un punto dalla vittoria. Ma gli azzurri promettono battaglia

Fra poche ore, nell’alba di mercoledì 17 marzo, alle 4 del mattino in Italia, Luna Rossa si gioca la regata più difficile. La regata numero dieci.

Se perde torna a casa e New Zealand conquista di nuovo  la Coppa America.

Se Luna Rossa vince, prolunga il cammino nel trofeo più antico e prestigioso della storia della vela. Assicura il timoniere palermitano Francesco Bruni: “Di sicuro non gliela regaleremo. Certo è che loro non vanno piano. L’asino buono si vede in salita, li abbiamo battuti in tre regate, si può rifare”. Aggiunge lo skipper romagnolo Max Sirena: “ Siamo arrabbiati”.

Per quasi 5 sesti della gara Luna Rossa è stata in vantaggio. Con manovre da brivido.
E da applausi. La barca italiana vola, ma è tradita dal vento.

La nona regata è tutta da raccontare . Luna Rossa prende subito il comando delle operazioni. E va in vantaggio, seppur di poco. Le barche sono vicinissime. Alla fine della penultima poppa Checco Bruni porta ancora fuori la barca dei Kiwi e riesce a girare davanti. Magnifico.

Ma nell’ultimo lato la sorpresa che non ti aspetti. Il vento abbandona la barca italiana e aiuta Te Rehutai. In gergo si chiama “salto di vento“. Una spinta provvidenziale per lo scafo neozelandese che è già  molto veloce di suo.

I Kiwi mettono il turbo e alla boa ci sono 150 metri. Niente da fare. Te Rehutai si prende il match point nel delirio dei 15mila spettatori a terra. Ma c’è folla anche sulle barche schierate ai bordi del campo di gara, davanti ai maxi schermi. Si calcolano 50mila  persone. Gli altoparlanti sono scatenati.

Prima sparano le parole della celeberrima Haka, la danza di guerra Maori resa famosa in tutto il mondo dagli All Blacks (Te Rehutai è il nome maori dato alla barca di Burling e Dalton). A seguire l’inno nazionale. L’orgoglio patriottico è fieramente soddisfatto. La regata numero dieci viene rinviata “per vento instabile”. Stanotte il recupero. Attesissimo. È un match  point.

Max Sirena: “Orgoglioso del mio team, ma non è ancora finita“. Comunque vada a finire la nostra nazionale del mare nel golfo di Auckland ha dato spettacolo.

Il 3-3 scaturito dopo le prime sei regate aveva acceso il sogno cullato dall’Italia per trent’anni . Prima con Azzurra di Cino Ricci (sponsor Gianni Agnelli) a Newport nel 1983. Poi con il Moro di Venezia (sponsor Raul Gardini) a San Diego, nel 1992. Dove il grintoso skipper Paul Cayard ha ceduto nella finalissima ai neozelandesi del leggendario Russel Coutts.

Ieri Luna Rossa ha abbandonato la presa sul più bello infilando due gare negative:  regata 7 del 4-3 e regata 9 del 6-3. Stanotte ci riprova. L’equipaggio azzurro (composto da liguri, trentini, emiliani, romagnoli, napoletani, un mantovano) è carico.
Conclude il “ comandante “ Jimmy Spithill detto Spithill: “Il punteggio di 6-3 non mente ma noi viviamo per lottare”.