Gli ex Atalanta contro Gian Piero Gasperini. A lanciare le prime accuse è Joakim Maehle, passato al Wolfsburg. L’ex laterale della Dea ci va giù duro: “Approccio dittatoriale. Uno stile basato sulla paura…”.
“Ci allenavamo sempre nel pomeriggio […] L’allenatore aveva deciso così e non c’era davvero alcuna libertà. Anche se vivevi in un bel posto e il tempo era bello, non avevi il tempo di godertelo, perché trascorrevamo tanti giorni e tante ore al centro sportivo”. “Approccio quasi dittatoriale di Gasperini? L’hai detto tu. Non volevo dirlo prima, perché temevo che scrivessi una cosa piuttosto che un’altra… (rivolto al giornalista, ndr). Era così che decideva tutto. Se, ad esempio, facevamo un doppio allenamento, dovevamo restare a dormire nella struttura per la notte. Allora non ci era permesso di tornare a casa. Stile di gestione basato sulla paura? Sì, un po’. Puoi chiamarla cattiva gestione o quello che è, non lo so. […]”.
“Non ti senti una persona, ti senti un numero. Non hai alcun rapporto con l’allenatore. Può tormentare qualcuno per cose strane. Ad esempio, io e Hojlund andavamo insieme ad allenarci. Ma lui non voleva che guidassimo insieme. Perché così potevamo sederci, chiacchierare assieme mentre andavamo all’allenamento, divertirci. […] Non so se questo sia tipico degli italiani, ma sono solo alcune cose che a lungo termine ti fanno arrabbiare e stancare”.
A confermare le parole di Maehle ci ha pensato Demiral. Il difensore turco, ha commentato su Twitter le frasi dell’ex compagno proprio sotto l’intervista rilasciata a Goal. “Tutto vero – ha scritto il turco, che poi ha aggiunto -. Si saprà presto tutto, aspettate l’intervista”.