Mai più casi Sinner. Mai più la tempesta Clostebol. Tolleranza per le piccole dosi di sostanze proibite. Dal 2027 si cambia: nuovo codice antidoping, nuova chiarezza. Fine delle contraddizioni e delle speculazioni. Era ora. I burosauri della Wada – bacchettati anche dal New York Times – hanno fatto retromarcia. Meglio tardi che mai.
I casi Sinner e della polacca Swiatek (ex regina della classifica Wta) hanno dunque fatto scuola. Categorico Oliver Niggli, direttore legale della Wada, l’agenzia mondiale antidoping che ha deciso di portare Jannik davanti al Tas di Losanna (istituzione giuridica autonoma): ”Faremo test molto precisi che con quantità piccole ci si contamina in modo innocuo”.
Allora è finita la (stucchevole) telenovela Sinnner che si trascina da marzo quando l’azzurro è risultato positivo ad un controllo antidoping al torneo di Indian Wells? Nelle urine erano emerse tracce infinitesimali di Clostebol , uno steroide anabolizzante che solo se assunto in grande quantità migliora la resistenza. Poi il 15 agosto Sinner e’ stato assolto dall’Ita che attraverso un tribunale indipendente ha riconosciuto “l’assunzione involontaria e accidentale”. Ma il 26 settembre c’è stato il colpo di scena, cioè il ricorso della Wada al Tas prospettando una squalifica da 12 a 24 mesi. I signori di Losanna hanno chiesto che sia rivalutato “ il grado di negligenza di Sinner in tutta la vicenda”.
Jannik resta nel limbo
Il 23 enne di Sesto Pusteria resta ancora sotto l’antico codice. Dunque a norma di regolamento davanti al Tas avrà due possibili sviluppi: o assoluzione o condanna. “E in quest’ultimo caso – come ha spiegato Franco Arturi – la pena prevista non può essere modulata al ribasso, perché sarà o 12 o 24 mesi. Molti non se ne sono ancora resi conto e credono che Sinner se ne possa uscire con cosette tipo una ammonizione o una bacchettata simbolica di una manciata di settimane. Il Tas non si può muovere, fino a prova contraria, in base a normative che andranno in vigore fra due anni; dovrà giudicare sulla scorta della legislazione attuale”. Il calvario dunque non è finito per Jannik.
Da caso umano a rischio politico
Il caso Sinner, talento vincente e n.1 nella classifica mondiale ATP, “un caso umano e di principio, fondato sulla evidenza che l’azzurro non si è mai dopato” rischia di trasformarsi in una questione politica. E’ vero che gli avvocati di Sinner hanno ora solide basi su cui far leva. Ma è altrettanto vero che il tribunale giudicherà in base alle leggi attuali, e questo rende l’esito della vicenda ancor più un rebus. E’ il caso di ricordare che l’azzurro era risultato positivo perché massaggiato dal suo fisioterapista che, per curarsi un taglio, aveva utilizzato un prodotto contenente la sostanza dopante.