Malagò boccia la riforma anti-Covisoc sui controlli dei conti dei club. Sul progetto molti i dubbi delle società

Malagò non ci sta. Boccia la nascitura Agenzia che il Governo sta mettendo in piedi per controllare i disastrosi conti del calcio; il ministro dello Sport Andrea Abodi, d’accordo con il ministro Giorgetti, ha preparato una bozza di riforma della Covisoc. Il governo ha preso come modello ispiratore la Premier inglese. Siamo ancora a livello di bozza ma le mosse di palazzo Chigi sono concrete. Dunque l’agenzia si farà. Magari in corso d’opera subirà dei ritocchi ma, come dice Abodi, l’agenzia governativa che sorveglia i bilanci delle società sportive “non cambierà nella sostanza”. La bozza contenuta in un disegno di legge è stata preparata dagli uffici del Ministero dello Sport. Non è imminente la discussione del DLL che organizza una serie di paletti per evitare disastri amministrativi. È il caso di ricordare che i bilanci dei club di serie A – in particolare di 8 – lamentano un deficit di circa 600 milioni.

LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONI

Giovanni Malagò in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha spiegato la sua contrarietà, anzi il suo dispiacere, perché il CONI è venuto a sapere della Agenzia dalla FIGC e poi dalle agenzie di stampa. Ha detto: ”Il problema, prima di tutto, è di forma e di rispetto. Ritenevo normale che il Comitato Olimpico Italiano dovesse essere informato direttamente dal governo di un argomento di una simile portata. Del resto siamo l’Ente che vigila su tutte le Federazioni Sportive Italiane… e invece niente. La verità è che c’è stato zero rispetto e questa, nel mondo dello sport, è una cosa che non ci dimentichiamo.” A Malagò sopratutto non va giù il fatto di non essere stato interpellato nella stesura della bozza.E poi non gli garba che una simile questione venga affrontata “ frettolosamente e violando l’autonomia dello sport”.

LE REAZIONI DELLE SOCIETÀ

I presidenti dei club hanno bocciato l’idea dell’Ente indipendente. Il presidente della FGIC Gravina ha già lanciato il suo grido di allarme e di dolore. Nel mirino Lorenzo Casini, il presidente della Lega di serie A, ritenuto il suggeritore del provvedimento governativo. Casini ha prontamente replicato:” Io non centro affatto.” E molti club, anche per motivi di opportunità, non hanno dichiarato pubblicamente il loro dissenso, osservando il massimo riserbo pubblico. Ma altre società, come Atalanta e  Torino, hanno guidato la rivolta dicendo di non essere disponibili a versare la nuova tassa di quasi 3 milioni di euro; cifra che servirebbe a garantire il funzionamento della agenzia governativa. Chiari segnali di tempesta in arrivo.

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Filippo Limoncelli