Malati terminali immaginari: come il tifoso che chiedeva ai giocatori della Roma di vincere per lui

Chiamiamolo scherzo, goliardia se volete, ma certo il tifoso giallorosso che chiedeva a De Rossi e soci di vincere per lui, povero cristo in attesa dell’eutanasia in Svizzera, come si dice a Roma “non s’è regolato”.

Diciamo che ha colpevolmente esagerato, attirando su di sè attenzione e solidarietà che non meritava. Edoardo, questo il suo nome, aveva pianto a Tele Radio Stereo chiedendo ai giallorossi di vincere l’Europa League nel giorno del suo suicidio assistito.

Il web non è stato il solo ad abboccare. A svelare l’incosistenza di quella che si è rivelata una bufala (fake news appare inappropriato per certe faccenducce) l’AdnKronos. Edoardo ha confessato. In realtà è felicemente sposato da un anno, peraltro con una donna di famiglia agiata e famosa.

E’ vero che convive con una malattia cronica. Ma di qui al suicidio assistito ce ne corre, cosa gli è passato per la testa?

Queste le sue parole. “Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l’ho fatto è che ho definito ‘terminale’ la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado…”. 

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Warsamé Dini Casali