Bufera su Mancini. Tre fulmini a ciel sereno. A poco più di un mese dalle sue improvvise (e scarsamente motivate) dimissioni da ct della Nazionale di calcio, il Mancio ha collezionato solo rogne e dispetti.
Vita capovolta. Dalle stelle alle stalle. I petrodollari sono portatori di guai. Ecco come.
1) LA FIGC TRAMA PER UN RIDARVIMENTO
Il presidente federale Gabriele Gravina sta valutando se è possibile chiedere al neo ct della Arabia un risarcimento. È alla ricerca di un convincente parere legale. Poi, forse, darà il via ad una vertenza. La palla è già passata agli avvocati. Gravina comunque galleggia nel dubbio. Gli pesa il fatto di aver cambiato lo staff del suo ct, campione d’Europa, a sua insaputa. E questo Mancini glielo ha rinfacciato. Rapporto frantumato. È stato un bel rapporto di amicizia e stima professionale. Tutto finito. Sono rimaste le tensioni (altissime) e le dichiarazioni sconfortanti scivolate nel trambusto del divorzio. Un consiglio (modesto e sincero) a Gavina: presidente, forse può anche avere ragione ma pensi di più al futuro, riabiliti il calcio italiano e il suo smarrito buon nome. Questo è il suo Everest. Tutto il resto è mezza collina.
2) L’EMIRO GLI HA IMPOSTO IL SILENZIO
Due partite, due sconfitte. Per di più nel feudo arabo di Newcastle. L’esordio di Mancini sulla nuova panchina non è stato gradito da Mohammed Bin Salman Al Said, principe ereditario della Arabia Saudita, 38 anni, primo ministro , un patrimonio edagerato, musulmano sunnita (la corrente largamente maggioritaria dell’Islam). Il figlio del re gli ha ordinato di stare zitto e non commentare. In ottobre affronterà il Mali poi le gare di qualificazione ai mondiali 2026. Calendario infido. Ci sono i soldi, non i giocatori (di modesta qualità). Domanda inevitabile: il Mancio dove mangerà il panettone ? A Riad o nella sua Jesi?
3) MURALE CHOC CON UN PALLONE INSANGUINATO
A Milano, zona San Siro, è stato realizzato un murale che ritrae Mancini accanto al principe erede al trono d’Arabia, ed entrambi tengono in mano un pallone che gronda sangue. Goccioloni opera dello street artist aleXsandro Palombo, 50 anni, che da molto tempo si serve dell’arte come denuncia e salvezza e lancia messaggi di inclusione e diritti umani. Il murale ha acceso una battaglia addirittura in consiglio regionale. Il Pd è subito andato all’attacco col capogruppo Maurizio Mangialardi che ha chiesto di “rivedere il contratto”. No, ha replicato l’assessore al Bilancio Goffredo Brandoni perché Mancini in futuro politico assumere il ruolo di “facilitatore di proficui rapporti con l’Arabia Saudita”. Gira e rigira è sempre questione di soldi.
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