Mancio d’Arabia, partenza flop per il neo ct della Nazionale saudita: due partite, due sconfitte. La tournée inglese (a Newcastle) è stata un duro colpo al suo orgoglio e al suo curriculum.
Esordio amaro con il Costarica del veterano Keylor Navas, 36 anni, portiere del PSG, ex Real Madrid: una batosta senza attenuanti (3-1), oltretutto con una squadra che quattro giorni prima aveva perso con gli Emirati arabi (4-1), squadra di primo riferimento per l’Arabia; formazione non irresistibile, allenata dal portoghese Paulo Bento, ex ct di Portogalllo e Corea del Sud.
Poi è arrivata la sconfitta con la Sud Corea (1-0) del ct tedesco Jurgen Klinsmann, vecchia conoscenza del calcio italiano (Inter, Sampdoria) e inglese (Tottenham).
TOURNÉE DA DIMENTICARE
Per due buoni motivi: il patrimonio calciatori a disposizione è francamente modesto e la Nazionale araba – elemento visibile del regime – è ovunque (in Occidente) esposta a contestazioni. Cosa che si è puntualmente verificata a Newcastle che si riteneva zona franca, un’area amica, al riparo di ogni possibile critica.
Si pensava che Newcastle fosse un limbo se non altro perché la società inglese è stata acquistata dal Pif, il fondo sovrano saudita (dal patrimonio esagerato) impegnato a finanziare numerose squadre di calcio. Ed invece la contestazione è arrivata messa in campo nientemeno che dai tifosi del Newcastle, furiosi perché il club inglese a concesso lo stadio alla Nazionale saudita accusata di essere l’emblema di un Paese non propriamente libertario.
E così Roberto Mancini ha conosciuto un aspetto di contestazione per lui nuovo e, conoscendone i suoi valori, quasi certamente imbarazzante che deve averlo messo in difficoltà. Ma c’è dell’altro.
UN BAVAGLIO INQUIETANTE
Al termine della seconda sconfitta consecutiva, i dirigenti della Arabia Saudita hanno vietato a Mancini di presentarsi nella rituale conferenza stampa. Gli hanno imposto il silenzio, gli hanno servito un bavaglio indigesto. Gli hanno tolto la libertà di parola, un concetto basilare di ogni democrazia liberale. Gli hanno impedito di comunicare, di esprimere la sua opinione. Mancini se ne farà una ragione. E inevitabilmente dovrà fare una scelta: o il silenzio del Paperone o la parola dell’uomo libero.