Travaglio: “Tifo contro l’Italia”. Abete: “Una vergogna”

Beppe Grillo e Marco Travaglio (LaPresse)

ROMA – C’è chi tifa contro la nazionale italiana e chi è un tifoso sfegatato e si indigna degli altri. Da un lato Marco Travaglio e dall’altro Giancarlo Abete, presidente della Federazione italiana calcio. Uno invita dalle colonne del Fatto quotidiano a non impegnarsi per la nazionale e i suoi “eroi in mutande” agli Europei 2012 (persi in finale con la Spagna per 4-0) e l’altro sbotta così: ”Io ho sempre tifato per l’Italia, mi vergogno di chi tifa contro: è una cosa orribile, vuole dire distruggere e non costruire”.

Alla reazione di Abete finita sui giornali, Travaglio ribatte a distanza e alle agenzie di stampa dice: ”Ad Abete non c’è bisogno di replicare perché lo ha già fatto Prandelli. Abete stava in Parlamento ai tempi di Breznev e da 25 anni è in Federazione: credo che il ct guardasse anche intorno a sé quando ha detto che l’Italia è un paese vecchio. Da un lato Abete, dall’altro Petrucci. Ad Abete l’insuccesso ha dato alla testa, prendersela con un privato cittadino che decide di tifare chi vuole è ridicolo”.

Il giornalista continua: ”Da tempo tifo contro l’Italia, da quando penso che la nazionale sia la migliore espressione di un calcio marcio dalle fondamenta. Il calcio scommesse è infinitamente più ampio di quel poco che hanno scoperto i magistrati di Cremona. Penso che avesse ragione Monti, prima della folgorazione sulla via di Kiev, a chiedere di fermare il calcio. Una vittoria avrebbe reso più difficile fare pulizia, perche’ le vittorie non sono solo partite, ma vengono usate per chiudere altre partite. Questo è successo nel 2006, con l’ondata di revisionismo su calciopoli”.

”Vista poi l’ondata di retorica che c’è stata dopo lo 0-4 di ieri -, non riesco a immaginare cosa sarebbe successo se avessimo vinto. Si paragonano i successi europei a quelli di Monti, il ricevimento al Quirinale: sono cose dell’altro mondo. Vedo che in altri paesi il calcio e’ il calcio, non e’ una metafora della politica e dell’economia. Si gioisce e poi finisce li”.

A tifare contro anche Radio Padania. ”Radio Padania fa un altro tipo di ‘sragionamento’ – sostiene Travaglio – Loro non riconoscono l’Italia, dopo che il partito ha lucrato sui soldi pubblici. Sono invece perfettamente d’accordo con il post di oggi di Grillo”. ”Io non ce l’ho con l’Italia – conclude -, ce l’ho con chi usa questo campionato per vincerne altri. Ho tifato ai tempi di Bearzot, di Zoff, di Trapattoni e tiferò ai Mondiali se diventeremo più seri”.

In mezzo al polemica si è piazzato anche il leader del Movimento a 5 stelle Beppe Grillo. “L’Italia ha perso, l’Italia ha vinto. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie”. E ancora: “Contro la Spagna lo spread è stato di 4 a 0 a favore degli iberici. Noi abbiamo fatto la parte del toro, o forse del bue. Chi ha vinto? Le banche spagnole, che hanno finanziato il calcio (senza di loro non esisterebbero né Barcellona, né Real Madrid attuali) e che oggi vengono salvate dalla Bce, e quindi anche dall’Italia, con 100 miliardi. Ha vinto il calcio più indebitato. Ha vinto – prosegue Grillo – il presidente ucraino che ha avuto sul palco d’onore i primi ministri della Ue, Rigor Montis compreso, che si sono salvati l’anima mandando la letterina di Babbo Natale a Viktor Yanukovich, mentre la Timoshenko continua a marcire in carcere. Ha vinto la corruzione nel calcio italiano che, vittoria dopo vittoria della Nazionale, è scomparsa dal radar dell’informazione. Hanno vinto i giornalai e le Istituzioni che hanno usato il calcio per nascondere il nostro cratere morale e economico». «Hanno vinto – aggiunge – anche i calciatori e l’allenatore premiati con un invito dal Quirinale e la sconfitta più pesante della storia centenaria del calcio italiano in una finale o in una semifinale». Insomma, conclude, hanno perso solo «gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie”.

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