‘Michael Nino Imbianchino’ sponsor Udinese per un giorno

'Michael Nino Imbianchino' sponsor Udinese per un giorno (LaPresse)
‘Michael Nino Imbianchino’ sponsor Udinese per un giorno (LaPresse)

ROMA – ‘Il Corriere della Sera’, in un articolo a firma di Francesco Alberti, parla dell’idea di Dacia (gruppo Renault e main sponsor dell’Udinese)   di cedere per tre giornate di campionato i propri spazi a piccoli imprenditori, artigiani o professionisti – Un ritorno d’immagine “local” che rende il sistema-pallone italiano ancora più pecoreccio e provinciale.

Riportiamo parte dell’articolo.

“Domattina? Una levataccia, si riprende il lavoro tra i monti della Val d’Ossola…». Adesso sarà un problema per Michael Nino, 26 anni, piemontese da Villadossola (Verbania), alto e dinoccolato, sguardo svelto, girare con il suo furgone da imbianchino tra i tornanti delle Alpi piemontesi, a due passi dalla Svizzera, senza essere fermato a ogni incrocio. Mica si può pretendere di essere, anche se solo per un giorno, lo sponsor di uno squadrone come l’Udinese e poi sperare di non pagare il dazio della popolarità.

L’ha vista mezza Italia, ieri allo stadio Friuli, durante la partita tra Udinese e Roma, quella scritta «Michael Nino Imbianchino» campeggiare sulle maglia di Totò Di Natale, Luis Muriel e gli altri ragazzi di mister Guidolin. E poi comparire e scomparire sui cartelloni pubblicitari girevoli che circondano il campo. E infine stagliarsi in bella vista in sala stampa davanti a decine di telecamere durante le interviste di rito. «Mi scappa da ridere…». Ancora non ci crede, a fine partita, Michael. Sponsor per un giorno: lui, imbianchino da 6 anni, nessun dipendente: «Io, il mio furgone e tanta montagna da scalare».

A volte le rivoluzioni positive partono così. Piccole idee che lievitano. E quella messa in campo da Dacia (gruppo Renault e main sponsor dell’Udinese) di cedere per tre giornate di campionato i propri spazi ad altrettanti piccoli imprenditori, artigiani o professionisti, selezionati mediante concorso sulla base del rapporto qualità-prezzo della loro attività (Michael è il primo vincitore, i nomi degli altri due si conosceranno nelle prossime gare), costituisce, oltre che un premio a quell’Italia che osa, che ci vuole provare nonostante tutto, anche una svolta nel modo di intendere la pubblicità: frammentandola, quasi rendendola più «democratica», più vicina al comune sentire, come se chiunque potesse toccarla e perfino entrarci”.

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