La squadra dell’amore. Nella settimana che porta al derby. Il Milan centra la terza vittoria consecutiva nel 2010 e si scopre carico di amore. Da Leonardo, a Galliani, a Ronaldinho. E’ contagio immediato.
Gli spogliatoi di Milanello non sono certo una bomboniera, ma i buoni sentimenti ci arrivano comunque e contagiano un po’ tutti. Merito di Leonardo, che la scorsa settimana aveva svelato la ricetta vincente del suo Milan. Niente modulo, niente tattica e nemmeno battute da caserma. La formula vincente è semplice: «Amore e abbracci».
Non c’è Milan Lab che tenga, quindi, e le palestre ipertecnologiche servono a poco. Men che mai i mental coach, psicologi sportivi che allenano la mente prima del corpo: «Chi non riceve amore – ha spiegato l’allenatore del Milan – non può vivere. I miei genitori non mi hanno fatto crescere con le bastonate, ma con l’amore e gli abbracci. E così voglio fare con i miei giocatori. Si può fare la guerra anche senza usare i bastoni. Gandhi ha liberato l’India senza alzare la voce».
Leonardo ci crede veramente, l’ad del Milan, Adriano Galliani, un po’ meno. Ma i risultati arrivano e allora niente da dire: «Quello di Leonardo è il modulo dell’amore? Può darsi, ma a parte facili ironie, è bello vedere i ragazzi così uniti e affezionati al loro tecnico. Ed è importante che Ronaldinho giochi meglio perché ora si sente amato».
Un amore sbocciato in tutta la sua passione domenica, guarda caso dopo che il brasiliano aveva realizzato una tripletta contro il Siena: «Ora mi sento amato – ha confessato Ronaldinho – e vado in campo per realizzare il mio sogno. Ricambiare l’affetto dei tifosi». Non è certo amore a prima vista, ma poco importa. Il colpo di fulmine si abbatterà su altri. Sempre a Milanello. Avanti il prossimo.