Milan in saldo, c’è lo zampino di Barbara? I tifosi “mollano” la società

Silvio Berlusconi con la figlia Barbara (Foto Lapresse)

ROMA – Amor di denaro, amor di campagna elettorale (che di denaro ne risucchia parecchio) e infine, perché no, anche amor di padre. La vicenda Milan, con Berlusconi che annuncia la vendita di due assi come Ibrahimovic e Thiago Silva, non è di intreccio semplice. La decisione Berlusconi l’ha presa e annunciata non a Milano, ma a Roma. Durante il vertice di palazzo Grazioli, vertice squisitamente politico che ha dato il via libera ufficiale a “Berlusconi candidato premier 2013”. E non deve stupire perché in casa Berlusconi le vicende sportive si annodano alla politica. La campagna elettorale costa cara e a qualche maligno non è sfuggita la coincidenza tra un Milan che incassa 150 milioni e una campagna per le politiche tutta da fare. Ma non di soli quattrini si tratta.

Come non pensare che anche nelle aride questioni d’affari non abbia fatto capolino il sentimento paterno. Poteva mai Berlusconi cedere al Paris Saint Germain, anziché Thiago e Ibrahimovic, chessò, Pato? Se n’era parlato a gennaio scorso ma la questione è stata subito archiviata: “Pato resta a Milano”, sottinteso: accanto a Barbara che oltre che compagna del brasiliano è figlia del presidente della squadra e consigliere d’amministrazione del Milan. Quattrini e amore vanno di pari passo in quel di via Turati, si arrangino i tifosi che sognavano ancora una squadra di campioni da fantascienza. Il paese è in crisi e il calcio si adegua. “I tifosi capiranno. Altrimenti si trovino qualcun altro che investa più soldi di quanto non abbia fatto io in tutti questi anni”, ha chiosato Berlusconi.

Già, ma i tifosi masticano amaro e in rete i commenti si sprecano. “Ma non era meglio vendere agli arabi direttamente tutta la società?”. “Il numero 10 a Ibrahimovic e la fascia a Thiago Silva, le promesse si sono rivelate menzogne”. C’è chi giura che non farà l’abbonamento: “Per vedere chi? Una difesa da serie B?”. Qualcun altro maligna: “Ma i 150 milioni serviranno per la campagna elettorale?”. Teo Teocoli commenta sconsolato: “La società è in decadenza. Si era capito con le vendite di Kakà e Pirlo. Gli obiettivi sono cambiati, la Champions ormai solo un miraggio. Speriamo almeno di entusiasmarci e di vincere qualche derby, ma l’allenatore è quello giusto? Ci vorrebbe Zeman”.

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