MILANO – Milan in crisi di risultati e di nervi. ‘La Gazzetta dello Sport’ analizza il periodo dei rossoneri in un articolo a firma di Alessandra Bocci. Riportiamone alcuni passaggi.
San Siro a porte chiuse.
“Di coro in coro si può arrivare alla sconfitta a tavolino, e il Milan, già malmesso in classifica, ha accolto con sorpresa e preoccupazione la squalifica di San Siro per Milan-Udinese. I recidivi tifosi rossoneri hanno intonato a Torino le filastrocche offensive su Napoli e il colera, e la mannaia è calata sul club. Quello che i sostenitori napoletani avrebbero forse commentato con un sorriso, visto che certi cori se li sono cantati provocatoriamente da soli, gli inviati della procura federale hanno accolto senza ridere affatto. Hanno messo tutto a verbale, e dopo la sosta il campionato del Milan riprenderà a porte chiuse”.
La furia di Adriano Galliani che non accetta questa sanzione ed il concetto di ‘razzismo territoriale’.
“Se sono arrabbiato? Arrabbiato è dire poco» dice Galliani. «La discriminazione territoriale esiste solo in Italia, l’Uefa parla di discriminazione razziale, quella territoriale ce la siamo inventata in Italia. Nessuno, tv, giornali, io che godo di buon udito, ha sentito questi cori… Sarebbero stati sentiti da funzionari della procura federale, forse li hanno sentiti in bagno, al bar o non so dove. È una norma perfetta, in un Paese dove nessuno va negli stadi chiuderli mi sembra geniale politicamente. La prossima volta c’è partita persa e penalizzazione, e in trasferta non puoi curare i tuoi tifosi, sempre ammesso che abbiano fatto i cori: cinquanta persone che si mettono d’accordo uccidono una società, se questa è roba di buon senso…». L’amministratore delegato è inarrestabile: «Se me la prendo con quelli di Porta Romana, io di Brera, è discriminazione territoriale? Tutti i presidenti la pensano come me, ho chiamato Abete per chiedergli che la norma venga abolita, il razzismo è grave ma la discriminazione territoriale francamente no. Se urlo contro quelli di Porta Vigentina mi chiudono lo stadio? Abete ha detto che ci penseranno, norme cosi devono essere cancellate. Non posso dire l’aggettivo con cui definisco la norma della discriminazione territoriale, se no ha detto Cantamessa che squalificano anche me. Allo Juventus Stadium ho sentito cori contro Balotelli, altri no, con gli anni che passano l’udito peggiora. Se un bavarese urla contro uno di Colonia che cosa succede?”.
Ma non è tutto. In casa Milan c’e’ grande preoccupazione anche per i nervi a fior di pelle dei calciatori.
Dopo Mario Balotelli, squalificato per tre giornate dopo Milan-Napoli (2 + 1 per l’espulsione), è stata la volta di Philippe Mexes, squalificato per quattro giornate dopo Juventus-Milan (3 + 1 per l’espulsione).
Il Milan non ha presentato ricorso perchè convinto della colpevolezza dei suoi tesserati e ha deciso per provvedimenti sanzionatori interni.