MILANO – L’avventura di Gennaro Gattuso alla guida del Milan è già finita? L’allenatore, sulla panchina del club rossonero da poche partite dopo l’esonero di Vincenzo Montella, sta riuscendo nella difficile impresa di andare peggio del suo predecessore. Al suo posto, scrivono alcuni siti sportivi, potrebbe tornare proprio Montella. Si tratterebbe ovviamente di una scelta temporanea prima di scegliere l’allenatore per la prossima stagione (e una scelta economica, visto che Montella è ancora sotto contratto). A Gattuso potrebbe essere stata fatale l’ultima sconfitta in campionato con l’Atalanta (la classica goccia che fa traboccare il vaso) e all’orizzonte c’è il derby di Coppa Italia del 27 dicembre contro l’Inter.
L’allenatore è l’ultimo dei problemi del Milan, aveva detto Ringhio in conferenza stampa dopo l’ultima sconfitta. La netta diagnosi è proprio di chi, Rino Gattuso, da qualche settimana ha compito di guidare una squadra che tale non è diventata nei primi quattro mesi con Vincenzo Montella, e ora rischia di naufragare nella crisi. Consumatasi la debacle con l’Atalanta, mentre su San Siro calava il silenzio dopo la contestazione del pubblico, l’ex mediano si è confrontato quasi un’ora con l’ad Marco Fassone, il ds Massimiliano Mirabelli e l’executive director David Han Li.
Poi pubblicamente ha ribadito di non aver alcuna intenzione di tirarsi indietro: da una parte ha fatto da schermo (“Merito i vaffa? più dei giocatori, sono io il capitano della barca, faccio io le scelte, senza nessuna pressione”) ma dall’altra ha indicato i punti deboli del gruppo. Sulla fragilità mentale (“Che forse ho sottovalutato”), l’analisi di Gattuso è in linea con quella di Mirabelli: “Dobbiamo restare uniti finché testa e gambe non si accendono – ha detto il ds – La squadra alle prime difficoltà non si ritrova, forse il gruppo è giovane, forse la maglia pesa troppo”. Per l’allenatore pesa lo smarrimento dei nuovi arrivati: “Stanno vivendo momenti che non si immaginavano e questo non ci aiuta”. Il discorso può valere per Donnarumma, Bonucci, Biglia e André Silva, la spina dorsale immaginata da chi ha fatto il mercato.
“Io oggi sono l’allenatore del Milan ma sono l’ultimo dei problemi: il problema non è solo la condizione, ma c’è anche la componente mentale. Quello che stiamo facendo non basta, dobbiamo diventare squadra e per farlo dobbiamo commettere meno errori, perché ne facciamo tanti – ha spiegato Gattuso, che ha vinto una sola partita su 6 fra campionato ed Europa League -. A chi ci viene a vedere diamo la sensazione di essere una banda, ci mancano solo gli strumenti musicali… Tutto questo in allenamento non lo vedo, altrimenti sarei già andato a casa”.
Ma a casa Gattuso non vuole andarci. “Non darò mai le dimissioni, sono a disposizione di ciò che sceglie la società. Due situazioni non devono succedere: i giocatori che fanno il contrario di ciò che dico, o io che divento un peso”. Il ritiro è finito, ma la squadra si allena anche alla vigilia, il giorno di Natale e a Santo Stefano, e tornerà a San Siro mercoledì per il derby di coppa Italia. “Ci giochiamo tanto. Non so se sarà svolta”.