CARNAGO (VARESE) – “C’è un proverbio che dice: un leone non perde il sonno per l’opinione di una pecora, un leone se la mangia“. Sinisa Mihajlovic pesca questa massima per farsi beffe di chi crede che, comunque vada a finire la stagione, a giugno finirà la sua avventura sulla panchina del Milan.
Il problema è che allenatore e squadra sono già a un bivio, come lo stesso serbo ha ammesso alla vigilia della prima delle tre decisive partite del 2016. “Tutto passa da qui: Dobbiamo vincere con il Bologna, contro il Carpi nei quarti di coppa Italia e cercare il colpo a Roma. Se ci riusciamo svoltiamo e cominciamo il girone di ritorno più carichi – è la previsione di Mihajlovic – altrimenti sarà un’agonia”.
In quel caso Silvio Berlusconi e Adriano Galliani sarebbero costretti al quarto avvicendamento in due anni, poiché da troppo il Milan è in prognosi riservata. Marcello Lippi e Cesare Prandelli sono le soluzioni in stand by, e con nessuno dei due ex ct rischia di trovare spazio Mario Balotelli, al momento ancora indisponibile: in caso di esonero di Mihajlovic, l’attaccante potrebbe tornare al Liverpool già entro gennaio.
“Mario sarà pronto fra la metà e la fine del mese”, ha chiarito il serbo, che conta anche su Balotelli per raddrizzare la stagione, e magari su qualche altro rinforzo (ad esempio Marouane Fellaini a centrocampo). Ma ovviamente sul tema ha glissato. Anzi, ne ha approfittato per dedicare parole al miele al suo presidente assicurando di non attendersi regali particolari nel mercato invernale.
“Berlusconi mi ha già dato il più bello facendomi allenare il Milan, questo rimane per tutta la vita”, ha detto Mihajlovic, che intanto può contare già su Kevin Prince Boateng (è arrivato il transfer dalla Germania) contro il Bologna, anche se a centrocampo dovrebbe giocare Keisuke Honda, ancora una volta non troppo ottimista sul futuro rossonero. “Il pedigree del Milan è ancora vincente, pochi club al mondo hanno questo dna. Abbiamo il potenziale per rialzarci ma se riusciremo a rimetterci in piedi mentre io sono ancora qui è un altro discorso”, ha detto all’agenzia giapponese Kyodo News, con un paio di passaggi critici.
“Sono arrivato con la speranza di aiutare a cambiare le cose, poi gli allenatori hanno iniziato a essere esonerati e come risultato il Milan ha viaggiato su una strada difficile negli ultimi 2-3 anni”. E poi: “Non siamo più nella posizione di prendere qualcuno e sperare che sistemi tutto da solo” ha aggiunto citando i vari Kakà, Robinho, Balotelli, Torres “che ora gioca alla grande per l’Atletico Madrid”. Parole che hanno fatto discutere anche a Milanello.
“Non le ho lette. Vedo che qua Honda non parla, poi quando va in Giappone parla. Forse non è stato inteso bene. Lui – ha scherzato Mihajlovic – capisce quello che vuole, fa il napoletano, non è giapponese”.