CALCIOMERCATO MILAN – Un manifesto funebre che annunciava la scomparsa del Milan, con tanto di fiori e lumini, è stato messo in mattinata all’ingresso del palazzo di via Turati, che ospita la sede del Milan, nel centro di Milano.
”E’ mancato all’affetto dei suoi cari A.C.Milan”, si leggeva sul manifesto, listato a lutto con due date, 1899, quella della fondazione del club, e 2012, l’anno in cui la cessione di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva ha deluso gran parte della tifoseria.
Sotto l’annuncio funebre si poteva leggere un elenco con una quarantina di nomi, probabilmente gli autori del gesto di protesta.
Al fianco del manifesto posato sul marciapiede c’erano poi tre mazzi di fiori di plastica, con tanto di cartellino del prezzo (6,90 euro l’uno), cinque lumini bianchi e due rossi. L’altarino ha attirato l’attenzione di qualche passante, ma dopo poco tempo è stato rimosso.
Insoddisfatti e rimborsati dalla squadra del cuore: è già successo, ma di solito nel corso di una stagione disastrosa.
Il Milan è pronto a farlo ancor prima di scendere in campo.
”Siamo disponibili fin da subito a rimborsare gli abbonamenti sottoscritti da chi non e’ soddisfatto della campagna acquisti condotta dalla societa”, ha annunciato al Corriere della Sera l’ad rossonero Adriano Galliani, obiettivo con il presidente Silvio Berlusconi della contestazione di gran parte del tifo per aver ceduto Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva.
Il Milan sta analizzando aspetti legali e commerciali dell’operazione e da lunedi’ fornira’ le indicazioni a chi ha gia’ sottoscritto l’abbonamento (i numeri sono in calo: non sono fornite cifre ufficiali, ”sono oltre 10mila”).
Intanto incassa ”i complimenti” del Codacons, pronto ad avanzare una class action contro il club di via Turati e presentare un esposto all’Antitrust per ‘pubblicita’ ingannevole’ contro la campagna abbonamenti che ha sfruttato i volti delle due stelle cedute.
”Galliani vince il derby della correttezza con l’Inter – nota il presidente del Codacons Marco Maria Donzelli – Se un tifoso si abbona per vedere le stelle della sua squadra e poi queste vengono vendute, ha tutto il diritto di farsi ridare i soldi. A suo tempo avevamo avanzata questa tesi anche nei confronti dell’Inter ma da Moratti non ci fu analoga sensibilità”.
In realta’ la tesi non e’ condivisa dal Milan, e un diritto di recesso e’ escluso esplicitamente nelle condizioni di abbonamento.
”Quello del Milan e’ solo un atto di attenzione al tifoso. L’abbonamento a una squadra di calcio – spiega a Sky l’avv. Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo – e’ simile a quello per una stagione teatrale. La sostituzione di un tenore non da’ diritto al rimborso. Ne’ c’e’ l’obbligo di far giocare chi e’ in organico quando si sottoscrivono gli abbonamenti”.
La campagna abbonamenti, protestano molti, era incentrata proprio su Ibrahimovic e Thiago Silva. ”Ma senza mala fede”, ribatte Grassani, ricordando che nell’estate ’92 i tifosi del Torino chiesero indietro i soldi al presidente Giammauro Borsano dopo la cessione di Gianluigi Lentini al Milan per 18 miliardi di lire.
”Borsano – ricorda Grassani – in campagna abbonamenti assicuro’ che Lentini avrebbe giocato al Torino ma lo aveva gia’ venduto. Fu ravvisata mala fede”.
E nel ’95 la Cassazione diede ragione a un tifoso che si era sentito raggirato.
Cosa succedera’ a questa class action? In Italia quelle andate a buon fine si contano sulle dita di una mano. Ci hanno provato senza andare fino in fondo dei tifosi della Sampdoria nel 2011 dopo la cessione a meta’ stagione di Pazzini e Cassano. Intanto sui forum c’è già chi si dice pronto a restituire la tessera.
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