Capolavoro di Matej Mohoric. Sua la Classicissima di primavera . In 6h27’49”. Ha vinto di forza, d’astuzia, di abilità e coraggio. Lo sloveno, 27 anni, alfiere della Bahrain -Victorius, discesista funambolo ai limiti dell’incoscienza, è sceso dal Poggio di Sanremo – 6 km dal traguardo – letteralmente in picchiata. Braccato dai più forti, ha resistito, infilando le ultime curve con una spaventosa bravura; rischiando di rompersi l’osso del collo. Corsaro regale. Secondo il francese Turgis, terzo l’olandese Van der Poel, quarto Matthews. Solo quinto Pogacar. Insomma tra i due “litiganti sloveni” (Pogacar e Roglic) ha vinto il terzo, lo sloveno che non ti aspetti.
Partenza storica dal Vigorelli. Poi subito maxi fuga di otto
Al via 24 squadre da 7 corridori dal mitico velodromo milanese, pista leggendaria, iconica, teatro amato da Maspes e Coppi. Ci sono tutte. In rappresentanza di 14 Paesi: Italia, Stati Uniti, Francia, Belgio, Kazakistan, Bahrain, Germania, Gran Bretagna, Israele, Olanda, Spagna, Australia, Emirati arabi. Tracciato classico e mitico col recupero del Turchino; tracciato che per più di 110 anni ha collegato Milano con la Riviera di Ponente attraverso Pavia, Ovada, il passo famoso (27 km); e poi la discesa su Genova Voltri. Corsa caratterizzata da una lunga fuga di otto corridori, tra cui gli italiani Tonelli, Tagliani, Zurita, Rivi, Conca. Fuga che a 100 km dall’arrivo hanno raggiunto il massimo vantaggio (7’10”). Poi a Capo Berta l’inevitabile selezione . La scrematura. Il vantaggio dei battistrada (rimasti in sei ad Imperia) si è ridotto a 3’17”. La sequenza dei Capi (Mele, Cervo, Berta) è stata il preludio al gran finale: prima la Cipressa al km 271 (5,6 km al 4,1% di media), poi il Poggio di Sanremo (3,7 km con pendenze del 4% e punte dell’8%).
Ultimi 25 km a ritmo forsennato
Sagan costretto a fermarsi per un incidente meccanico, Jacobsen fuori gioco a 24 km dal traguardo. Rivi e Tonelli restano soli al comodo. Dopo 280 km di fuga! Il gruppo rinviene fortissimo trascinato da Formolo. Sul Poggio – a 8,9 km – dal traguardo vengono raggiunti. Fine della favola. Entrano in scena i big, Pogacar scatta quattro volte ma non fa io vuoto. Mohoric vola in discesa, imprendibile, corre rischi immensi. Resta miracolosamente in piedi. Arriva sull’Aurelia con 6” di vantaggio, mette il turbo e vince a braccia alzate. Compagni e avversari lo sommergono di complimenti. Serafico subito dopo l’arrivo: ”Giornata bellissima. Volevo vincere e ce l’ho fatta. Si, ho rischiato di rovinare la festa, sono scivolato in discesa, mi è saltata la catena a 500 metri dall’arrivo ma sono rimasto freddo ed ho recuperato “.
Le prossime corse monumento
Sono quattro, tre in aprile e l’ultima in ottobre. Sono una fusione di storia, cultura, ambiente. Di più: sono una grande festa popolare. Eccole. 1) Giro delle Fiandre (3 aprile) – Gara di 272 km da Anversa a Oudennard, citttadina belga delle Fiandre Orientali. Magni l’ha vinta tre volte. 2) Parigi-Roubaix (17 aprile) – Gara di 257 km da Compiegne (Alta Francia) a Roubaix, Francia settentrionale vicina al confine col Belgio. Moser l’ha vinta tre volte, Sonny Colbrelli l’anno scorso. 3) Liegi-Bastogne-Liegi (24 aprile) – Corsa di 254 km da Liegi nella Vallonia francofona a Bastogne ( nelle Ardenne) e ritorno. Tracciato tutto un Belgio. Argentin l’ha vinta quattro volte. Pogacar l’anno scorso. 4) Giro di Lombardia (8 ottobre) – Partenza da Bergamo e arrivo a Como. È l’ultima Classica Monumento della stagione. Una corsa di 239 km. GRA storica istituita nel 1905.