Miracolo a Parigi: la Senna è tornata balneabile. Si può nuotare. Lo documentano i tre test compiuti dai tecnici (verosimilmente macroniani) in tre orari diversi, il primo alle 4 di mattina. Al via dunque le gare: giovedì le donne, venerdì gli uomini. È proprio vero: tutti i salmi finiscono in gloria.
Domanda d’obbligo: ma come è possibile che un fiume zozzo dal 1923 sia tornato improvvisamente vergine in una notte d’agosto ? C’è lo zampino di Notre Dame o quello di Macron? Ah saperlo. Per carità, lungi da noi voler gettare ombre sulla task force medico-scientifica che nella notte, quando tutti dormivano o rientravano su di giri dal Moulin Rouge, misuravano lo stato di salute del fiume più seguito del mondo. Dunque è tutto a posto.
Tutto è stato verificato: la temperatura (23 gradi) ,la velocità della corrente (0.8 metri al secondo, 0.4 ai lati del fiume),batteri zittti, se ne stanno buoni sotto i celebri “Bateax Mouches“. Ergo la grandeur è salva. Altroché “l’Olimpiade è finita nella cacca”. Più elegantemente il tele-infettivologo Matteo Bassetti del San Martino di Genova ha parlato di “acque putride, gli atleti corrono gravi rischi per la loro salute”. E già che c’era ha aggiunto: “Far nuotare gli atleti nella Senna si riporta indietro il mondo di 100 anni”.
Pasteur si rivolta nella tomba
Tutti d’accordo gli esperti di mezzo mondo. Per l’Italia ha parlato il prof. Giovanni Rezza dell’Università San Raffaele di Milano e già a capo della Prevenzione del Ministero della Salute. Ha detto: “Oltre ai batteri, nelle acque possono essere presenti anche numerosi tipi di virus“. E ne ha citati alcuni, precisandone le infezioni che procurano, in testa dolori addominali e febbre. Quanto basta per far rivoltare nella tomba Louis Pasteur (1822-1895), gloria francese, il padre della moderna microbiologia moderna. Avendo, per sua stessa ammissione, la “fede di un contadino bretone” vedendo lorsignori impegnati nei test, direbbe con ogni probabilità quel che disse Gesù nell’ora più buia della su vita:”Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Gli azzurri non credono nella balneabilità
Gli azzurri non credono nella balneabilità e continuano ad allenarsi in piscina. Stefano Rubaudo, torinese, coordinatore tecnico della Nazionale – d’accordo con Paltrinieri, Acerenza e le nuotatrici Giulia Gabbrielleschi e Ginevra Taddeucci – ha preferito non correre rischi continuando gli allenamenti in una piscina del circuito olimpico. Rubaudo si è tuffato nella Senna per una ricognizione (sollecitata dallo stesso Comitati olimpico senza alcun rossore) e ne è uscito tutt’altro che convinto ed ha scelto la prudenza. Piscina si’, il fiume vedremo. Tutto può succedere.