Mondiali 2010, Olanda: rosa e curiosità

Wesley Sneijder

I 23 convocati dell’Olanda per i Mondiali di Sudafrica 2010.

Portieri: Maarten Stekelenburg (Ajax); Michel Vorm (Utrecht); Sander Boschker (Twente). Difensori: Giovanni Van Bronckhorst (Feyenoord); Gregory Van der Wiel (Ajax); John Heitinga (Everton/Ing); Joris Mathijsen (Amburgo/Ger); Khalid Boulahrouz (Stoccarda/Ger); Edson Braafheid (Celtic/Sco). Centrocampisti: Orlando Engelaar (Psv Eindhoven); Ibrahim Afellay (Psv Eindhoven); Stijn Schaars (Az Alkmaar); Wout Brama (Twente); Mark Van Bommel (Bayern Monaco/Ger); Nigel De Jong (Manchester City/Ing); Wesley Sneijder (Inter/Ita); Rafael Van der Vaart (Real Madrid/Spa). Attaccanti: Dirk Kuyt (Liverpool/Ing); Ryan Babel (Liverpool/Ing); Robin Van Persie (Arsenal/Ing); Arjen Robben (Bayern Monaco/Ger); Eljero Elia (Amburgo/Ger); Klaas-Jan Huntelaar (Milan/Ita). Ct: Bert Van Marwijk.

La federazione olandese è stata fondata nel 1889 ed è stata affiliata alla Fifa nel 1904. L’Olanda è entrata nell’Uefa nel 1954. Nella propria storia la nazionale maggiore dell’Olanda ha vinto un solo titolo di grande rilievo: si tratta dei campionati Europei di Germania ’88, quando gli ”orange” si imposero in finale per 2-0 contro l’ex Unione Sovietica, grazie alle reti realizzate da due vecchie conoscenze del calcio italiano, Ruud Gullit (33′) e Marco Van Basten (54′). L’Olanda partecipa alle fasi finali dei Mondiali per la nona volta in assoluto nella propria storia. Finora gli “orange” hanno ottenuto come miglior risultato assoluto il secondo posto, conquistato nelle edizioni di Germania ’74 ed Argentina ’78, venendo sconfitti in entrambe le circostanze dalle nazionali padroni di casa: 1-2 contro la Germania Ovest ed 1-3 dopo i tempi supplementari contro l’Argentina. A Francia ’98 l’Olanda si classificò al quarto posto, battuta nella finale di consolazione dalla Croazia per 1-2. Nelle altre edizioni l’Olanda è stata eliminata: negli ottavi di finale ad Italia ’34 e ’90, a Francia ’38 ed a Germania 2006; nei quarti di finale ad Usa ’94. Il bilancio complessivo dell’Olanda nelle fasi finali Mondiali vede 16 vittorie, 10 pareggi e 10 sconfitte in 36 incontri totali disputati, con 59 reti realizzate e 38 gol incassati. L’Olanda torna ai Mondiali, dove non segna un gol da 243′: l’ultimo è stato firmato da Van Nistelrooy al 27′ di Olanda-Costa d’ Avorio 2-1 del 16 giugno 2006.

Lambertus Van Marwijk è nato a Deventer (Olanda) il 19 maggio 1952. Prima di intraprendere la carriera tecnica, Van Marwijk è stato centrocampista di buonissimo livello, collezionando 393 presenze in Eredivisie (la massima serie olandese) e togliendosi anche la soddisfazione di disputare una gara con la nazionale maggiore “orange” nel 1975, in pieni anni d’oro del calcio olandese, quello dei vari Cruijff, Neeskens, Rep e compagnia. Le squadre di club in cui ha militato Van Marwijk sono state: Go Ahead Eagles (dal 1969/70 al 1974/75), AZ 67 Alkmaar (dal 1975/76 al 1977/78), MVV Maastricht (dal 1978/79 al 1985/86), Fortuna Sittard (nel 1986/87), per chiudere la propria carriera agonistica con l’FC Assent (nel 1987/88). Già nel 1982, però, quindi prima ancora di chiudere con il calcio giocato, Van Marwijk aveva iniziato ad allenare nel settore giovanile del MVV Maastricht (dal 1982/83 al 1985/86), quindi sempre nel settore giovanile del SV Meerssen (dal 1986/87 al 1989/90, a tempo pieno dal 1988/89). Nel 1990/91 la prima panchina professionistica con l’FC Herderen, quindi ha via via allenato RKVCL Limmel (dal 1991/92 al 1994/95), ancora SV Meerssen (dal 1995/96 al 1997/98), Fortuna Sittard (dal 1998/99 al 1999/00) e Feyenoord (dal 2000/01 al 2003/04 e nel 2007/08), sulla cui panchina la doppia esperienza è stata interrotta da un biennio in Germania, alla guida del Borussia Dortmund (dal luglio 2004 al dicembre 2006). Prima del termine della stagione 2007/08, quando era alla sua seconda esperienza al Feyenoord, la federazione olandese annunciò che Van Marwijk sarebbe divenuto nuovo C.T. della nazionale maggiore olandese, sostituendo Marco Van Basten al termine degli Europei di Austria/Svizzera 2008. Nella sua carriera agonistica Van Marwijk può vantare 1 coppa d’Olanda (AZ 67 Alkmaar, 1977/78), 2 retrocessioni in seconda divisione (MVV Maastricht, 1981/82 e 1985/86) ed 1 promozione nella massima serie olandese (MVV Maastricht, 1983/84). Nella sua carriera tecnica Van Marwijk ha vinto 1 coppa Uefa (Feyenoord, 2001/02) ed 1 coppa d’Olanda (Feyenoord, 2007/08), senza dimenticare le due finali di coppa d’Olanda raggiunte ma perdute alla guida di Fortuna Sittard (k.o. in finale per 0-2 contro l’Ajax, nell’edizione 1998/99) e Feyenoord (sconfitta per 1-4 in finale contro l’Utrecht, nell’edizione 2002/03). Primo Mondiale da allenatore in prima per Bert Van Marwijk, che non vi ha mai partecipato neppure da calciatore.

Due finali della Coppa del mondo, zero ‘tituli’, per dirla alla Mourinho. Sui campi sudafricani, l’Olanda cercherà di sfatare questo infelice tabù che l’ha vista protagonista in più d’una fase finale dei Mondiali, al termine delle quali non è mai riuscita a portare a casa alcun successo finale. Nella bacheca della Koninklijke Nederlandse Voetbal Bondpicca (la Federcalcio olandese, che ha sede a Zeist, nella provincia di Utrecht), infatti, solo un titolo europeo: quello conquistato nel 1988 a Monaco di Baviera in finale contro L’Urss. Strano per una squadra che, con il proprio modo d’interpretare il calcio, ha rotto gli schemi, rivoluzionando ogni concetto o strategia tattica. L’Arancia meccanica che Rinus Marinus Michels confezionò nel Mondiale del ’74, e che faceva leva sull’estro di Johan Cruijff, era una macchina quasi perfetta. Esibì davanti al mondo intero il cosiddetto ‘calcio totale’, una confusione organizzata di ruoli secondo un preciso scopo: quello di togliere il fiato, l’iniziativa, ogni velleità a qualsiasi avversario. Tattica a parte, l’Olanda che diede spettacolo nel 1974, segnando un’epoca, era anche una squadra molto dotata tecnicamente, formata di calciatori fortissimi (e non solo atleticamente) in ogni reparto: gente come Rensenbrink, Krol, Van Hanegem, Rep, Neeskeens, Haan, Suurbier, hanno vinto dovunque, divenendo in talune circostanze uomini-simbolo (Rensenbrink nell’Anderlecht, Rep nel Bastia, due esempi su tutti). Quell’Olanda fece di tutto per meritare la prima Coppa del mondo Fifa, che nel ’74 aveva sostituito la Coppa Rimet assegnata nel ’70 definitivamente al Brasile per via delle tre vittorie, ma non fece i conti con la Germania Ovest che il Mondiale in casa propria non voleva proprio farselo sfuggire. L’Olanda, nella finale di Monaco di Baviera, dopo essere andata in vantaggio in un solo minuto, forse credette di poter vincere a mani basse, ma subì il ritorno dei tedeschi e s’inchinò. Gli Orange bissarono il secondo posto ad Argentina ’78 ed anche in quell’occasione vennero sconfitti dalla Nazionale di casa, trascinata dal pubblico, dal regime militare instaurato da Jorge Rafael Videla e dai gol di Mario Alberto Kempes. L’Olanda, però, anche in quella circostanza, non fu baciata dalla fortuna: un palo colpito da Rensenbrink, con il portiere Fillol battuto quasi al 90′, infatti, grida ancora vendetta. In Sudafrica, l’Olanda riproverà a stupire, schierando tutte le frecce al proprio arco: da Sneijder a Robben, a Van der Vaart. Non ci saranno, invece, Van Nistelrooy e Seedorf. La squadra si è qualificata per i Mondiali, dando una straordinaria prova di forza nel proprio girone, dove ha vinto tutte le partite. Il ct Lambertus Van Marwijk, un ex centrocampista che dopo l’Europeo del 2008 ha sostituito Marco Van Basten sulla panchina dei Tulipani, ha valorizzato il potenziale tecnico a disposizione e registrato la difesa; non è un caso se l’Olanda ha subito solo 2 reti nelle partite di qualificazione. La Nazionale olandese sembra ricalcare le orme del calcio totale, grazie anche alla presenza in squadra di alcuni calciatori di assoluto livello: i fantasisti Van der Vaart e Sneijder danno sostanza ad una manovra avvolgente e veloce. Ma non solo: l’adattabilità di altri giocatori, come l’esperto Van Bommel, garantiscono costanza di rendimento e fanno quadrare il cerchio. Difficile prevedere dove arriverà l’Arancia meccanica in Sudafrica, di certo però sarà una pessima cliente per tutti.

Gestione cookie