Mondiali Atletica, delude Semenya: solo argento

Daegu (Corea del Sud) – Gioia e rammarico nell'ultima giornata del campionato mondiale di atletica a Daegu, in Corea del Sud. La gioia l'ha data agli spettatori uno straordinario Usain Bolt, sempre piu' re incontrastato dell'atletica, che dopo la vittoria nei 200 ha trainato la sua staffetta alla vittoria del 4×100 con record mondiale. Rammarico per gli staffettisti italiani che hanno sprecato una buona occasione, complice errori di Usa e Gran Bretagna, di portare a casa una medaglia.

Con Asafa Powell primatista mondiale dell'anno infortunato, e' toccato proprio a lui, alla saetta giamaicana prendere l'ultima frazione e ricevere il testimone da quel giovane Yohan Blake che, complice la squalifica per falsa partenza, gli aveva strappato una settimana fa il titolo sui 100 metri. La gara e' stata condizionata dal grave errore della squadra americana: il terzo staffettista, Darvis Patton, e' inciampato in un atleta britannico prima di consegnare il testimone, cadendo, impedendo sia alla sua squadra che a quella inglese di arrivare al traguardo. Dietro la Giamaica da record del mondo con 37''04, con 38''20 si e' piazzata la Francia di Christophe Lemaitre, bronzo sui 200; terzi San Kitts e Nevis del 35nne Kim Collins, bronzo sui 100, che hanno chiuso in 38''49. Peccato per il quartetto azzurro (Michael Tumi, Simone Collio, Emanuele Di Gregorio, Fabio Cerutti,) quinti con 38''96.

In una situazione del genere, con due squadre forti k.o., se si fosse ripetuto il tempo delle qualifiche, 38''41, sarebbe arrivato il bronzo. Insoddisfatti i quattro corridori che speravano in qualcosa di meglio. Ma soprattutto errori nei cambi, cosa che gli italiani si portano dietro da tempo e che ha fatto perdere loro la medaglia. E' andato invece agli Stati Uniti l'oro per la staffetta 4×100 femminile. Le americane hanno vinto con un tempo di 41''56, secondo le giamaicane (41''70) e terze le ucraine (42''51). L'inglese Mohammed Farah si e' aggiudicato la medaglia d'oro nei 5000 metri. Farah, atleta britannico ma di origine somala, campione europeo in carica e medaglia d'argento nei 10.000 qui in Corea, ha vinto con un allungo finale grazie al quale ha resistito alla rincorsa degli altri, ovvero lo statunitense Bernard Lagat (13'23''64) e l'etiope Imane Merga, poi squalificato. Decimo posto per l'ingegnere pisano Daniele Meucci, che ha concluso con il tempo di 13'29''11, una buona prestazione soprattutto perche' in una settimana e' riuscito a fare ad alti livelli tre gare con due finali, nei 5000 e 10000.

Delusione per l'Italia nel lancio del martello femminile dove Silvia Salis non e' riuscita ad entrare nella rosa delle otto finaliste, piazzandosi nona con la misura di 69,88 metri. La medaglia d'oro e' andata alla russa Tatyana Lysenko con 77,13, davanti alla tedesca Betty Heidler, campionessa mondiale in carica, ed alla cinese Wenxiu Zhang. La Lysenko e' ritornata a gareggiare dopo una squalifica di due anni per doping nel 2009. Titolo strappato e argento alla campionessa in carica anche nella gara degli 800 metri femminile nella quale, a sorpresa e smentendo le previsioni, la russa Maria Savinova ha battuto la campionessa sudafricana Caster Semenya, oro a Berlino 2009. La Savinova ha concluso la sua prestazione in 1'55''87, la Semeneya, tornata sulle terra dopo la semifinale che aveva fatto di nuovo nascere i dubbi che l'aveva accompagnata fin da Berlino 2009, ha corso in 1'56''35.

Nel salto triplo maschile a vincere l'oro e' stato l'americano Christian Taylor che, con un balzo di 17,96 metri, ha battuto il favorito della vigilia, il britannico Phillips Idowu che ha saltato 17,77. Solo decimo l'italiano Fabrizio Donato con 16,77 ottenuto con il primo salto. Poi ha sbagliato gli altri due.

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