Mondiali, Brasile: allenamenti blindati e niente stampa

E ‘guerra’ aperta fra Dunga e la stampa brasiliana per la decisione del tecnico di far svolgere, per la terza volta in quattro giorni, l’allenamento della Seleçao a porte chiuse.

Si tratta di un fatto a cui in Italia si è abituati (basti pensare a quanto fanno le varie squadre di club) ma che per i brasiliani finora era assolutamente impensabile, in particolare per la nazionale. Finora l’unico che ci aveva provato una volta, facendo una precipitosa marcia indietro dopo aver subito l’assalto dei reporter, era stato Mario Zagallo a Francia ’98.

Dunga invece tira dritto per la propria strada, nonostante cio’ gli stia attirando molte antipatie in seno alla critica. Oggi su questo argomento degli allenamenti a porte chiuse è stato ‘bombardato’ di domande, dal tono molto polemico, l’interista Maicon.

«Non dovete chiedere a me – ha risposto – perché si tratta di una decisione di Dunga. Io, come calciatore, non posso fare altro che adeguarmi a ciò che stabilisce il ‘Professore’. Quando lui prende questa decisione non chiede il nostro parere, lo fa e basta, e non possiamo certo metterci a discutere con il ct per questo. Non credo che ciò gli attirerà nuove antipatie: Dunga con le sue vittorie ha già conquistato il popolo brasiliano. Quanto ai suoi rapporti con la stampa, Dunga in questo assomiglia a Mourinho, con tutto ciò che ne consegue».

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