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Mondiali, dalle Coree alla Slovacchia: le pagine da incubo degli Azzurri

di Emiliano Condò |24 Giugno 2010 21:49

L'esultanza di Vittek dopo il gol che ha eliminato l'Italia

Probabilmente il nome dello sconosciuto Robert Vittek da Bratislava non rimarrà scolpito nelle pagine più buie della storia azzurra al pari del leggendario odontotecnico nordcoreano Pak Doo Ik, ma non ce’ dubbio che l’ eliminazione degli azzurri campioni del Mondo dai Mondiali sudafricani entra di diritto tra le sconfitte più brucianti nella secolare storia della rappresentativa azzurra.

Passati i fasti della nazionale di Pozzo, campione nel ’34 e nel ’38, e tralasciando la delusione del mondiale del ’50 affrontato senza gli assi del Grande Torino scomparsi nella tragedia di Superga, bisogna tornare indietro nel tempo, fino al 1954, per raccontare della prima vera grande delusione azzurra.

In Svizzera l’Italia subisce una dura lezione dai padroni di casa: 4-1 e tutti a casa. Peggio sarà quattro anni dopo quando gli azzurri non si qualificheranno neanche per la Coppa del Mondo disputata in Svezia, fatti fuori dalla modesta Irlanda del Nord. Non andrà meglio neanche nel 1962: a Santiago il Cile ci impartisce una severa lezione rifilandoci un netto 2-0.

Arriviamo cosi’ al 1966: la regina d’Inghilterra era Pelè, come canterà Antonello Venditti, ma gli azzurri di Fabbri si inchinano all’odontotecnico nord coreano Pak Doo Ik, un dilettante allo sbaraglio il cui nome diverrà sinonimo di vergogna sportiva. Si arriva agli anni ’70: in Germania, e’ il 1974, gli azzurri sfiorano un’altra Corea al primo turno andando sotto con i modesti haitiani. Rivera e Co. rimonteranno evitando l’onta nazionale (finisce 3-1) ma ci pensera’ la Polonia di Deyna a mandarli a casa decretando la fine di un ciclo che aveva avuto il punto piu’ alto con la finale ai Mondiali di Messico ’70.

Se gli anni ’80 e ’90 regalano oltre a qualche soddisfazione (il trionfo al Bernabeu di Spagna ’82 su tutte) la delusione per un sogno sfumato sul più bello (Italia ’90, Usa ’94 e Francia ’98), sono i Mondiali nippo-coreani del 2002 a far rivivere agli azzurri l’incubo del ’66.

Stavolta sono i cugini sudcoreani, complice il discusso arbitro ecuadoriano Moreno, a spezzare i sogni azzurri negli ottavi di finale. Le polemiche che accompagnarono quella spedizione ancora si ricordano, ma al netto delle recriminazioni, la delusione fu tra le più cocenti, per una squadra che puntava al bersaglio grosso.

E si arriva cosi’ ad oggi, allo slovacco Vittek, uno che sbarca il lunario sui campi turchi dell’Ankaragucu. La sua doppietta manda a casa i Campioni del mondo e di lui chissà se ci si ricorderà. La delusione invece, quella, sarà dura da smaltire.

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