Mondiali: da Roberto Baggio a Giuseppe Rossi, i grandi esclusi azzurri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2014 - 22:23 OLTRE 6 MESI FA
Mondiali: da Roberto Baggio a Giuseppe Rossi, i grandi esclusi azzurri

Mondiali: da Roberto Baggio a Giuseppe Rossi, i grandi esclusi azzurri (LaPresse)

ROMA – Da protagonisti attesi a grandi esclusi. Ecco la storia dei grandi esclusi azzurri prima dei Mondiali. Riportiamo l’articolo di tgcom24.mediaset.it.

“Mondiale 1982 – Evaristo Beccalossi: Evaristo il solista, che esaltava i tifosi dell’Inter, fu il grosso problema di Bearzot alla vigilia del Mundial spagnolo. Sei mesi di tiraemolla, voci, messaggini, mezze promesse. “In quel periodo giocavo da Dio, stavo bene, incendiavo le folle” ha dichiarato il Becca qualche anno dopo. Poi, quando si trattò di far quadrare il cerchio, Bearzot non lo convocò ed Evaristo diede in escandescenze. Qualche tifoso, davanti ai giornali, si mise a raccogliere firme per una petizione da inviare alla Federcalcio. Altri minacciarono addirittura sit-in di protesta e scioperi della fame. “L’avrei ammazzato, Bearzot. Poi l’ho capito: se mi convocava, l’opinione pubblica avrebbe spinto perché giocassi titolare. Il c.t. aveva il suo gruppo, non poteva permettersi altri casini. E sono talmente sfigato che tutti sanno come andò a finire: l’Italia vinse il Mundial e io no…”

Roberto Pruzzo – Le dure critiche che investirono il ct azzurro prima della partenza per la Spagna, non riguardarono solo la scelta di Antognoni al posto di Beccalossi, ma anche e forse soprattutto l’esclusione del romanista Pruzzo, capocannoniere della Serie A per due stagioni consecutive, a vantaggio di Paolo Rossi, reduce da due anni di squalifica per quella brutta di storia di calcioscommesse a cui si dirà sempre estraneo. Bearzot gli diede fiducia e fece bene

Mondiale 1986 – tocca ancora a Roberto Pruzzo – Il massimo bomber giallorosso di tutti i tempi (106 gol in dieci stagioni tutte con gironi a sedici squadre) era uomo d’area di rigore implacabile, non aveva un gran fisico ma era devastante di testa e anche se a volte era lento ai limiti dell’irritante, vinse tre volte la classifica cannonieri della Serie A. L’ultima proprio nel 1986, ma nonostante ciò non fu convocato neanche tra le riserve della Nazionale di Bearzot per i Mondiali di Messico 1986

Mondiale 1990 – Luca Fusi – Luca Danilo Fusi esordì in serie A nemmeno diciannovenne. La sua carriera si snodò vestendo le maglie di Como, Sampdoria (con cui vinse la Coppa Italia del 1988), Napoli (dove vinse la Coppa Uefa del 1989 e lo scudetto del 1990), Torino (vinse la Coppa Italia del 1993) e infine Juventus. Fusi fu uno dei giocatori più intelligenti della sua epoca, la sua serietà, la sua correttezza di atleta e le sue qualità tecniche forse sarebbero servite all’Italia padrona di casa, ma Vicini gli preferì Carletto Ancelotti.

Mondiale 1994 – Christian Panucci – Il difensore del Milan è uno dei migliori in circolazione prima del Mondiale americano, Sacchi lo fa esordire in Nazionale e il giovane rossonero fa una super prestazione annullando Stoichkov. Ma con il ct qualcosa si rompe, qualcosa che per i tifosi non è chiaro, ma comunque i due non si stanno affatto simpatici e Sacchi decide di lasciarlo a casa preferendogli Mussi. 2 anni dopo, quando l’ex ct tornò al Milan, chiese subito la cessione di Panucci, che qualche anno più tardi ha dichiarato: “Sacchi mi ha rovinato la carriera”

Mondiale 1998 – PierLuigi Casiraghi – L’attaccante della Lazio era reduce da una buona stagione, aveva guidato i biancocelesti nella cavalcata verso la prima finale di Uefa della loro storia (persa poi con l’Inter nella finale di Parigi), aveva conquistato la Coppa Italia e anche in campionato aveva dato il suo contributo. Presente a USA ’94 e agli Europei del ’96, in molti si aspettavano una sua convocazione, ma il ct Cesare Maldini gli preferì all’ultimo Roberto Baggio. In questo caso non ci fu alcuna sollevazione popolare.

Mondiale 2002 – Roberto Baggio – Proprio il Divin Codino fu l’escluso eccellente ai Mondiali di Corea e Giappone. L’ex Pallone d’Oro militava nel Brescia ed era rimasto vittima di un brutto infortunio (in campionato comunque 13 partite e 12 gol). Trapattoni provò a recuperarlo fino all’ultimo, ma poi non se la sentì di rischiare (un po’ come oggi Prandelli con Rossi) e lo lasciò a casa. A distanza di anni il Trap ha recentemente confessato che quello rimane uno dei più grossi rimpianti della sua carriera

Mondiale 2006 – Tocca ancora a Christian Panucci – il carattere del difensore in forza alla Roma è un problema. L’ex Milan e Real Madrid non va d’accordo neanche con Lippi e, nonostante una grande stagione, resta a casa. Alla fine l’Italia va ancora una volta in finale, ma questa volta trionfa.

Mondiale 2010 (e 2014) – Giuseppe Rossi – Pepito si era preso la Nazionale con i due gol agli Stati Uniti nella Confederations del 2009, Marcello Lippi lo inserisce tra i 28 pre-convocati per il Mondiale in Sudafrica, ma poi dopo il ritiro al Sestriere lo esclude dal gruppo dei 23. Scelta di cui Lippi si è poi pentito non poco, come ha ribadito anche qualche giorno fa. Quella di Rossi con la Nazionale è una vera e propria maledizione, che si ripete anche nel 2012, quando l’attaccante è costretto a saltare gli Europei in Polonia e Ucraina per l’infortunio patito il 13 aprile in allenamento al legamento crociato anteriore del ginocchio destro già operato dopo l’incidente del 26 ottobre 2011 contro il Real Madrid. Dopo l’ennesimo stop e altri due interventi, Rossi torna protagonista con la Fiorentina nella stagione appena conclusa: 14 reti in 18 gare, ma il 5 gennaio deve fermarsi ancora per una lesione al collaterale del solito ginocchio dopo uno scontro col livornese Rinaudo. Per 4 mesi suda e lotta inseguendo il sogno Mondiale, torna in campo e al gol, ma in extremis Prandelli gli preferisce Insigne”.