Mondiali, Italia: duro scontro tra Bossi e la Figc

Italia contro Slovacchia, Lega contro Italia. A due giorni dalla partita decisiva del Mondiale azzurro – i Campioni del Mondo dentro o fuori contro Hamsik e compagni – scoppia una nuova polemica tra Lega Nord e nazionale di calcio. E stavolta ad accendere la miccia è Umberto Bossi, fondatore e leader del movimento autonomista. “Vedrete, si compreranno la partita con la Slovacchia: il prossimo anno un paio di giocatori slovacchi giocheranno nei nostri club”, è la bordata lanciata da Bossi, durante una conversazione con i cronisti che gli chiedevano un pronostico sulla sfida di giovedì, in Transatlantico. A stretto giro, la risposta della Federcalcio: “Una dichiarazione sconcertante e offensiva”, replicano i vertici federali, tutti qui in Sudafrica per stare vicini alla squadra di Lippi. “Questa volta e in questa occasione, il senatore Umberto Bossi ha passato il segno”. C’é davvero sconcerto, nel ritiro della nazionale al Leriba Lodge, dove erano tutti concentrati sulla partita dell’Ellis Park, sulle scelte da prendere, sulle paure di quegli azzurri al primo Mondiale. E invece, ‘questa volta e questa occasione’ ecco il duro attacco dall’Italia. Che chiude il cerchio di una polemica continua, sempre targata Lega. Un salto in avanti, rispetto alle consuete polemiche, al tifo contro, alle prese di posizione degli intellettuali contro: una disputa politica attorno alla maglia azzurra, e secondo i giocatori attorno al suo valore ‘identitario’. “Non tifo Italia, tifo Padania”, aveva cominciato ben prima del fischio d’inizio del Mondiale Renzo Bossi, figlio del Senatur. Dichiarazione poi rettificata in parte, ma confermata dalla rivista che l’aveva intervistato. “C’é chi tifa contro, ma non è una novità – aveva replicato Lippi a inizio ritiro, a Torino – Che sia per antipatia verso il ct, o per motivi politici, non è un sospetto, ma una certezza”. E via con la preparazione degli azzurri al Sestriere, in quadro di tensione in cui la polemica nata dalle dichiarazioni di De Rossi (“la tessera del tifoso? Ci vorrebbe quella del poliziotto”) subito censurate dal ministro Maroni era stata l’unica a non aver connotazioni politiche. Poi, sull’aereo che li ha portati in Sudafrica, Lippi e i suoi giocatori sono stati accompagnati da un’altra bordata, stavolta del ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli. “Visti i tempi di crisi, gli azzurri farebbero bene a ridursi i premi”, la proposta provocatoria del ministro leghista. “Basta con certe sparate dei politici in tempi di Mondiali”, la replica di Buffon; “un paese ridicolo”, quella del capitano azzurro Cannavaro. Così, durante le 10 ore di volo da Milano a Johannesburg, i 23 giocatori hanno maturato un’idea: visto che ci stuzzicano sui premi, noi ci impegniamo a devolverne una parte al Comitato per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Touché. Sudafrica, finalmente si gioca. Ma Italia-Paraguay è seguita anche da Radio Padania: con una radiocronaca contro. “Perché scendete così in basso?”, risponde Lippi a chi gli chiede l’effetto che fa. La risposta arriva due giorni dopo, da De Rossi: “E’ un’emittente locale: vorrà dire che quando la Padania farà il Mondiale, tiferemo contro”. Ora, non è più tempo di tifo contro. Ma di accuse di combine. Che l’Italia respinge con rabbia e sconcerto.

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