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Mondiali: Olanda ad un passo dalla storia, Sneijder d’oro

di admin |7 Luglio 2010 8:55

Wesley Sneijder

Il sogno Celeste è durato 70 minuti, fino a quando Sneijder non ha spinto l’acceleratore, l’Olanda per cinque minuti, a meta’ ripresa, ha cambiato ritmo e ha riconquistato il Capo di Buona Speranza.

Facendo valere la legge della sua indiscutibile superiorità tecnica ha trovato i due gol che hanno piegato l’Uruguay, chiuso la partita e spedito gli orange verso Johannesburg dove domenica cercheranno di vincere la loro prima Coppa del Mondo.

Comunque vada il trofeo restera’ in Europa. Quando l’Olanda è in vena, starle dietro è quasi impossibile. Se Sneijder, Robben, Van Persie e Kuyt decidono di palleggiare alla velocita’ che dicono loro il gol puo’ arrivare ad ogni azione.

Il problema principale, pero’, sono i black out: se giocare per novanta minuti ai ritmi dei momenti di trance sarebbe umanamente impossibile, l’Olanda rischia di pagare le sue distrazioni e il suo eccesso di sufficienza. Il merito di Van Marwijk è quello di aver costruito una rete tattica che, almeno fin qui, ha funzionato abbastanza. Quando i funamboli la’ davanti pensano piu’ a cullarsi della loro indiscutibile bravura che pensare all’efficienza del sistema, cio’ che sta dietro non naufraga.

Molto merito anche di Van Bommel che per lunghi momenti della partita deve correre e picchiare per tutti. L’Olanda va cosi’ in finale con merito, ma puo’ rimproverarsi di non saper evitare brividi come quelli nei minuti di recupero, quando tutti pensavano gia’ alla finale, meno Gargano e Pereira che hanno confezionato il gol del 3-2 e posto le premesse per un assedio finale che, buon per l’Olanda, aveva pochissimi minuti per cercare di concretizzarsi.

L’Uruguay abbandona il sogno della ‘quinta stella’ (loro infatti oltre ai due mondiali vinti contano anche le due olimpiadi vinte negli Anni Venti) ma esce dalla corsa senza rimproverarsi niente, con l’orgoglio di chi ci ha provato e si e’ arreso ad una squadra piu’ forte. Con tutta quell’abbondanza di attaccanti, sbloccare il risultato è toccato a un difensore, Van Bronckhorst, che indovinato un sinistro imprendibile: nei secondi precedenti l’azione andava pero’ fermata per un fallo di Van Bommel non visto da Irmatov. L’Olanda ha a quel punto cominciato a giochicchiare e Diego Forlan l’ha punita con uno straordinario gesto tecnico: ha preso palla spalle alla porta e si e’ costruito poi un tiro che e’ valso il pareggio.

A Sneijder, sempre piu’ candidato al Pallone d’oro, c’e’ pero’ voluta una meta’ ripresa in cui l’Olanda ha rischiato un paio di volte di prendere un’infilata, prima con un tiro di Pereira respinto da Van Bronckhorst con il portiere battuto, poi con una punizione di Forlan. Poi pero’ ha dispiegato il suo talento, impreziosito dall’innesto di Van der Vaart in mediana al posto dell’incontrista De Zeeuw: prima Muslera ha messo una pezza sulla conclusione di Van der Vaart, poi niente ha potuto sulla conclusione di Sneijder, propiziata dal velo di Van Persie in sospetto fuorigioco, ne’ sull’inzuccata di Robben su cross del sempre affidabilissimo Kuyt. A quel punto avrebbe potuto affondare il colpo, ma la tentazione di darsi all’accademia ha fatto perdere cinismo: l’Uruguay ha cosi’ avuto la possibilita’ di tentare il clamoroso sgambetto.

Se Johannesburg domenica sera sara’ come Citta’ del Capo, l’Olanda potra’ godere del fattore campo: il Green point era infatti un enorme macchia arancione con qualche chiazza celeste.

Ma per riuscire nell’impresa dove nemmeno Cruijff e i grandi padri del calcio totale non sono riusciti, sprazzi di purissimo talento potrebbero non bastare se intervallati da momenti di scarsa voglia di correre e colpire.

Ad Amsterdam, circa 50 mila tifosi olandesi hanno assistito alla sfida con l’Uruguay davanti al piu’ grande maxi-schermo d’Europa ed hanno accolto con manifestazioni sfrenate di giubilo il fischio finale dell’incontro. Lo schermo super-gigante, di 88 metri quadri di superficie, era stato piazzato su uno spazio erboso tra il Rijksmuseum e il Van Gogh, due dei principali musei della citta’ . Quasi tutti i tifosi indossavano qualcosa di arancione, il colore delle maglie di Sneijder e compagni: chi la maglietta, chi i pantaloni, chi una parrucca e chi il trucco sul viso. Dopo la partita, nelle strade di Amsterdam e lungo i suoi celebri canali sono cominciati i caroselli di auto con clacson spiegati e bandiere al vento. Festa anche a Eindhoven, a una trentina di chilometri di distanza, dove 25 mila persone hanno assistito alla partita davanti a un altro maxi-schermo. E all’aeroporto di Schiphol, avevano persino allestito una tribunetta da 300 posti davanti a uno schermo gigante per i passeggeri in attesa del loro volo. Si calcola che in Olanda 11,5 milioni di telespettatori (su una popolazione di 16,5 milioni) stasera abbiano assistito alla partita.

Vincere e’ sempre bello, vincere in Sudafrica, per l’Olanda potrebbe esserlo ancora di piu’: ”E’ incredibile essere arrivati in finale – ha detto Wesley Sneijder – e ora siamo pronti a vincere”. Il centrocampista dell’Inter potrebbe coronare domenica sera una stagione fantastica, che lo ha visto protagonista nelle vittorie in campionato e in Champions League e che lo porterebbe dritto dritto alla conquista del Pallone d’oro: per lui sono gia’ cinque i gol in questi Mondiali, conditi da prestazioni sempre decisive. Quasi quattro secoli dopo l’arrivo dei primi coloni boeri, la bandiera olandese sventola di nuovo sul Capo di Buona Speranza.

Gli Orange vanno a Johannesburg sperando anche nel fattore campo per riuscire in quell’impresa che non riusci’ neppure alla mitica Arancia Meccanica.

L’Olanda si candida al trionfo finale sulla scorta di sei vittorie consecutive, tutte peraltro arrivate entro il novantesimo ”E’ un risultato spettacolare – ha detto il ct Bert Van Marwijk – adesso c’e’ una nuova storia da inventare. Adesso vogliamo la Coppa”. Possibilmente trovando in finale la Germania, per una rivincita di quella persa nel 1974. Una preferenza che ha espresso anche Robben, giocatore del Bayern Monaco: ”Vincere con la Germania mi piacerebbe dieci volte di piu”’. Van Marwijk e’ tuttavia conscio dei limiti della sua squadra che, se non le hanno impedito di battere l’Uruguay, potrebbero costare carissimi contro Spagna o Germania: ”Ci e’ mancato il quarto gol, dobbiamo migliorare ancora di piu’, spingere ancora di piu’.

Escono a testa alta i ragazzi del ‘maestro’ Oscar Tabarez, consapevoli di aver fatto uno straordinario percorso nel campionato del mondo e di aver visto interrotto il proprio sogno in una partita giocata senza tre titolari (gli squalificati Suarez e Fucile, l’infortunato Lugano) e con Forlan a mezzo servizio, per un infortunio che non gli ha comunque impedito di segnare un gol straordinario: ”Non sono pazzo – ha spiegato l’allenatore a fine partita – da toglierlo sul 3-1, Diego non stava bene”.

”Non e’ il momento di piangere o di trovare scuse – ha aggiunto poi Tabarez – abbiamo fatto un percorso straordinario. Abbiamo fatto vedere a tutto il mondo l’immagine di cosa e’ l’Uruguay, una squadra che gioca bene e in maniera corretta”. In maniera molto misurata, secondo il suo stile, Tabarez si e’ lamentato del secondo gol, quello di Sneijder: ”Mi e’ sembrato che Van Persie fosse in fuorigioco, la partita sarebbe potuta essere differente”, ha detto. Tuttavia, il ‘maestro’ rimane orgoglioso ”e’ stato un bel modo di perdere”.

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