Mondiali, arriva un nuovo modello di vuvuzela smontabile

L’imprenditore sudafricano che 10 anni fa ha lanciato la produzione di massa delle ormai famose vuvuzela ha presentato a Città del Capo un modello smontabile dell’assordante simbolo di Sudafrica 2010. Quelle che si sono viste – e sentite – finora sono lunghe un metro.

La nuova versione è scomponibile in tre pezzi e sarà meno rumorosa del 10 per cento rispetto ai 150 decibel di quelle diventate la dannazione di giocatori, allenatori e telespettatori di tutto il mondo. Neil van Schalkwyk, 37 anni, imprenditore di successo che alcuni considerano ormai il nemico pubblico numero uno, non si scompone di fronte alle critiche e alle proteste e difende la sua “creatura”.

“In Sudafrica abbiamo una società multiculturale, qui si parlano undici lingue e allo stadio la vuvuzela diventa la dodicesima, è un idioma che tutti possono comprendere”, ha spiegato. Van Schalkwyk ha raccontato che l’idea di lanciare la tromba del tifoso gli è balenata quando giocava nelle giovanili del Santos, una squadra di Città del Capo.

“Dopo aver segnato un gol contro i Kaiser Chief di Soweto ho visto un tifoso soffiare in un lungo corno e la cosa mi è rimasta impressa”, ha detto. Parecchi anni dopo, intorno al 2001, ha deciso di passare alla fase realizzativa

. “Abbiamo cominciato con 500 e sono andate a ruba, poi le cose sono andate sempre meglio”, ha aggiunto. Grazie alle vuvuzela, l’imprenditore ha detto di avere incassato 7 milioni di rand (750 mila euro) in meno di 10 anni, di cui la metà nel solo 2009, l’anno della Confederation Cup. E le prospettive, ha assicurato, sono floride. La concorrenza più insidiosa viene dalla Cina, che ha inondato il mercato con vuvuzela a prezzi stracciati (circa 25 centesimi di euro a pezzo). “Ma attenzione, sono di pessima qualità – ha ammonito Van Schalkwyk – con quelle ci si rovina la bocca”.

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