Morosini è morto. Da Curi a Puerta: i drammi in campo

Pubblicato il 14 Aprile 2012 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

Morosini (LaPresse)

PESCARA  –  Il volto drammatico dello sport moderno torna a riaffacciarsi con prepotenza, trascinandolo nella cronaca: il cuore che tradisce l’atleta proprio mentre e’ in campo.

Erano ancora fresche nella memoria le immagini dei crolli a marzo di Fabrice Muamba a White Hart Lane e del pallavolista Vigor Bovolenta a Macerata; oggi la tragedia ha colpito Piermario Morosini, centrocampista del Livorno che stava giocando a Pescara. Dunque ancora uno choc in diretta: per tutti gli altri in campo, per gli spettatori, a casa e allo stadio, fra loro forse anche i familiari.

Decisivi, a quel punto, sono le condizioni dell’atleta che affronta l’arresto cardiaco, cosi’ come la tempestivita’ dei soccorsi. Muamba oggi racconta la sua esperienza, Bovolenta e Morosini purtroppo no. Prima di loro era gia’ lunghissima la lista di altri episodi drammatici. Lo scorso agosto il decesso di Naoki Matsuda, 34 anni, difensore ed ex nazionale del Giappone che aveva disputato il Mondiale di casa del 2002. Mori’ a due giorni dal ricovero d’urgenza, dopo aver perso i sensi durante un allenamento con la sua squadra di club, il Matsumoto Yamaga.

Tra le scomparse piu’ choccanti, poi, c’era stata quella di Antonio Puerta, giocatore della Nazionale spagnola e del Siviglia, crollato in campo nel 2007 durante una partita col Getafe. Dopo l’arresto, gli fu praticato il massaggio cardiaco e torno’ nello spogliatoio, ma poi fu colpito da un nuovo, fatale arresto cardiaco. L’autopsia stabili’ che soffriva di una displasia ventricolare destra, un’aritmia visibile solo ad esami approfonditi. Nel 2003 era stato lutto mondiale per Marc Foe’, 28enne centrocampista del Camerun, stroncato da un arresto cardiaco in una partita di Confederations Cup. Ma la storia del calcio italiano si intreccia con tragedia sportive in campo. Impossibile dimenticare il caso di Giuliano Taccola, attaccante della Roma fulminato nel ’69 da un infarto nello spogliatoio di Cagliari e morto sull’ambulanza nel trasporto in ospedale.

Allora c’era solo il precedente di Ferraris IV, mediano campione del mondo morto in campo per infarto, ma in una partita di vecchie glorie, quando aveva 43 anni. Il 30 ottobre 1977 fu la volta di Renato Curi, durante un Perugia-Juventus che era partita di vertice anche per gli umbri. Il 24enne centrocampista fece uno scatto, poi il crollo. Scena analoga ma esito fortunatamente diverso dodici anni dopo, sul campo del Bologna, quando ad accasciarsi sull’erba fu Lionello Manfredonia. Arresto cardiaco, intervento di soccorso immediato e salvataggio.