José Mourinho ha tenuto un microfono nascosto con se per tutta la durata di Monza-Roma, compreso nel momento del rientro al termine dell’incontro. Lo ha fatto, secondo quanto detto da lui stesso al termine della partita, “per proteggermi” dall’arbitro.
Mourinho ha tenuto addosso un microfono nascosto per paura dell’arbitro
Intervistato dopo il triplice fischio, Mourinho ha sottolineato come secondo lui l’arbitro Chiffi sia tra i peggiori incontrati in carriera. Un commento molto duro che ha portato all’apertura di una indagine da parte del procuratore federale Giuseppe Chiné che potrebbe deferire lo Special One.
Mourinho è rimasto molto scottato da un altro precedente: il botta e risposta con il quarto uomo, Marco Serra, deferito dalla Procura federale per l’atteggiamento e le parole rivolte all’allenatore durante Cremonese-Roma. Per quell’incidente a Mourinho vennero inflitte due giornate di squalifica: inizialmente sospese, gli furono successivamente confermate anche al netto della posizione di Serra.
La scelta di Mourinho
Dopo quell’episodio, teme che gli vengano attribuite espressioni mai pronunciate o, peggio, che ne vengano taciute delle altre con la complicità di mancate registrazioni. E allora ha deciso di tutelarsi da sé. Ha agito in maniera preventiva, sapeva già chi era il fischietto che avrebbe trovato di fronte a Monza.
“La Roma non ha la forza che hanno anche altre società per opporsi a certe designazioni – le parole del tecnico -. Anche se a volte mi sembra che non ne abbia nemmeno la voglia. Chiffi è uno degli arbitri più scarsi che abbia mai incontrato in carriera. Me ne sono andato per non prendere un rosso… con lui può succedere. E non volevo lasciare la squadra da sola in vista della sfida con l’Inter che è un avversario forte. Confesso che stasera sono sceso in campo con il microfono. Ho registrato tutta la gara. Non sono uno stupido, mi sono protetto”.