Mourinho: “L’Italia non mi ama e in Europa possiamo battere chiunque”

Pubblicato il 17 Marzo 2010 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA

Non ha festeggiato in campo, perchè non si sa mai che un giorno tornerà da avversario a Stamford Bridge, ma negli spogliatoi Josè Mourinho ha esultato «come non mai».

Perchè dopo quattro anni ha riportato l’Inter ai quarti di finale di Champions battendo per la seconda volta il Chelsea, con «una partita perfetta: ora so che la mia squadra può battere chiunque in Europa».

La mano destra fasciata è il frutto del pugno contro una porta dello spogliatoio per sfogare tanta tensione, il sorriso quello dell’allenatore soddisfatto: «È una vittoria fantastica della mia squadra. La mia squadra è l’Inter ma questo successo conferma che questa è la mia casa, che qui io vinco sempre, giocando con il Chelsea o giocando contro il Chelsea: Stamford Bridge è speciale per me».

Mourinho ha vinto tutte le scommesse, ma «nel mio rapporto con l’Italia non cambierà nulla», taglia corto, rifiutando l’idea che il successo sia solo suo: «è dell’Inter, del mio staff, di chi ha giocato, di chi non ha giocato, del presidente, dei medici, dei tifosi davanti alla tv. Però – aggiunge – non è la vittoria della mia vita e non voglio ricordarla come la più grande vittoria con l’Inter».

Chissà se Mourinho considera la vittoria anche di Balotelli, che secondo alcune voci alimentate in modo incomprensibile a ridosso della gara era atteso in tribuna a Londra per siglare la pace. SuperMario, invece, era davanti alla tv, convinto di non avere nulla per cui chiedere scusa. Di certo, Mourinho non rinnega la scelta di lasciarlo a Milano. «La cosa più importante è avere dalla propria parte la squadra: i giocatori stanno con me, sanno perchè ho preso le mie decisioni- ha chiarito -. Non siamo noi che dobbiamo cambiare, ma è chi sta male che deve lasciare la strada sbagliata per venire sulla nostra strada giusta».

Vincente è stato anche l’azzardo di giocare con tre punte. «L’unico modo per pareggiare 0-0 era giocare offensivamente perchè il gioco del Chelsea è prevedibile – ha spiegato Mourinho -. Sono contento perchè i ragazzi hanno accettato il rischio che ho proposto».

Il portoghese alla vigilia ha mandato un sms a uno dei suoi ex giocatori più affezionati, Terry. «Gli ho scritto che alla fine uno di noi sarebbe stato triste», ha raccontato l’allenatore interista, secondo cui i giocatori del Chelsea «da subito hanno capito la superiorità. A volte nel calcio si vince per qualche episodio, ma questa volta siamo stati i migliori dal primo all’ultimo minuto: questa è la gara perfetta. Avremmo dovuto segnare prima e quando Milito ha sbagliato una ghiotta occasione ho avuto paura. Ma siamo stati superiori in tutto, non solo a livelo tattico ma anche di attitudine».

Carlo Ancelotti riconosce questa superiorità. «L’Inter ha giocato bene, ha messo molta pressione sui centrocampisti impedendoci di esprimerci al meglio, e ha vinto con merito – ha allargato le braccia il tecnico del Chelsea -. Ci dispiace ma questa è la realtà: potevamo fare meglio. Forse c’erano un paio di rigori per noi, ma rigore è quando l’arbitro fischia».

Ora, dice il tecnico degli inglesi, «dobbiamo concentrarci sullo scudetto». E per quello italiano? «Spero lo vinca il Milan…».