Il Napoli si aggrappa al treno scudetto, Ranieri si arrende all’evidenza

Claudio Ranieri

ROMA – L’Inter batte un colpo, il Milan risponde e il Napoli non si tira indietro. La giornata di campionato appena conclusa lascia le distanze immutate tra le prime tre della classe.

L’ultima a vincere, in ordine di tempo è il Napoli. La notizia è che non segna il solito Cavani (che sbaglia un rigore). Ai partenopei, però, basta un gol di Zuniga per battere di misura il Catania. I siciliani ce la mettono tutta e nel finale fanno soffrire la squadra di Mazzarri che, però, difende il vantaggio e porta a casa i tre punti.

Nel pomeriggio, invece, aveva vinto il Milan. Due a uno in casa del Chievo grazie ad un acuto di Pato, l’unico dei 4 attaccanti del Milan ad essere partito dalla panchina. Lunedì 28 a San Siro arriva il Napoli: ci si gioca una piccola fetta di scudetto: l’Inter impegnata in casa della Sampdoria dovrà vincere per mettere pressione sperando magari in un pareggio.

Vince anche la Lazio grazie ad un gol di Hernanes nei primi minuti. Il Bari ci prova, ma quest’anno va tutto storto e neppure il cambio di panchina sembra aver portato ad una svolta. I biancocelesti, pur senza strafare, portano a casa il risultato e consolidano il quarto posto allungando sull’Udinese bloccata sullo 0-0 dal Brescia. I friulani steccano la gara più importante mentre i bresciani fanno un punto che, vista la vittoria del Lecce, serve relativamente poco.

L’harakiri della Roma in casa del Genoa (4-3 da 0-3 al  6′ del secondo tempo) lascia per qualche ora  i tifosi giallorossi a chiedersi cosa altro debba fare un allenatore (Claudio Ranieri) per essere esonerato. Quattro sconfitte consecutive tra campionato e Champions  e, soprattutto, 14 gol incassati. Alla fine è lo stesso Ranieri a rispondere rassegnando le dimissioni (le stesse escluse tre giorni fa dopo la sconfitta con lo Shaktar) “per dare una scossa” alla squadra. Scossa che, se ci sarà, sarà comunque tardiva. Gian Paolo Montali fa sapere che si “deciderà tra stanotte e domani” e si “deciderà per il meglio”. Forse. Di sicuro non si è deciso in tempo.

I fatti, intanto, dicono che la Roma continua a crollare dopo un tempo e l’ex tecnico ci ha messo del suo: oggi l’incompresibile ingresso di Loria (bocciato col Napoli quando i centrali non c’erano) è solo l’ultimo di una serie di errori. E oggi si era anche rivisto Totti sui suoi livelli. Quanto al Genoa, bravo a crederci anche a partita persa.

L’Inter, invece, sabato si è definitivamente resa conto che, dopo cinque anni a fare la lepre, può essere divertente anche il ruolo del cacciatore. Col Cagliari non è stata di certo una squadra spettacolare ma ha ottenuto il massimo risultato con uno sforzo leggermente inferiore al minimo sindacale: sono bastati sette minuti e un gol in fuorigioco di Ranocchia a chiudere la pratica Cagliari. Ora c’è il Bayern Monaco e da qui al derby di aprile il calendario per il Milan (Napoli, Juve e Palermo) è decisamente più duro.

Sempre sabato il Bologna con un gol nel recupero ha battuto il Palermo. Risultato che significa tante cose: innanzitutto se i rossoblù non avessero avuto i problemi di società sarebbero di fatto già salvi. Poi, il ko di Bologna certifica il fatto che al Palermo manca ancora qualcosa: non è questione di Zamparini contro Delio Rossi, è problema di organico e di mentalità.

A pranzo, invece, è arrivato il risultato più imprevisto della giornata. Ai tifosi della Juve i bagordi domenicali sono rimasti sullo stomaco. Pronti via, passano dieci minuti e Buffon torna negli spogliatoi (mano fuori area) senza neppure il bisogno di fare la doccia.  Poi ci pensano Mesbah e Bertolacci. Per la Juve, dopo l’illusione della vittoria contro l’Inter è un amarissimo ritorno alla realtà. Per il Lecce sono tre punti d’oro che portano a cinque i punti che divideno i salentini dalla zona retrocessione.

Tornando a domenica, la gara tra due delle principali delusioni del campionato, Fiorentina e Sampdoria, finisce con un deludente 0-0. Pari, ma con 4 gol, la sfida tra Parma e Cesena. Sorridono di più i padroni di casa: due volte sotto hanno rimesso in piedi la gara. Soprattutto, al Cesena, un solo punto serve abbastanza a poco. Certo, il Catania, prima squadra “salva” è solo a 4 punti: ai romagnoli servono vittorie, a cominciare dalla prossima gara, quella interna con il Chievo.

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