C’era una volta la superstizione, marchio di Napoli. Non c’è più. Merito dei ragazzi di Spalletti, mattatori in serie A, incamminati anzitempo verso uno scudetto “che era follia sperar” all’inizio della stagione.
Ovunque bandiere, striscioni, murales, festoni a Forcella; persino un Vesuvio biancazzurro ricreato in una piazzetta dei Quartieri Spagnoli. E in cima al vulcano dormiente svetta il terzo scudetto. Su una scalinata del centro hanno messo le sagome dei giocatori e dell’allenatore.
A Posillipo è pronta la festa. Tutto alla faccia dei vecchi riti scaramantici. Per carità, nessuno ancora è stato visto passare sotto la scala o fermarsi davanti ad un gatto nero che attraversa la strada. Perché è vero, come diceva Eduardo De Filippo, che “essere superstiziosi è da ignoranti, non esserlo però porta male “.
Dopo 27 giornate il Napoli ha messo insieme 72 punti. Ben 19 in più della prima attuale inseguitrice (Lazio) e 21 sull’Inter (terza). Anche la classifica dei marcatori parla napoletano. Primo con 21 reti il bomber Osimhen, Lautaro segue a ragguardevole distanza con 14 reti. E al terzo posto chi c’è? Ancora un napoletano, l’estroso Kvaratskhelia con 12. Altro incolmabile abisso. Primo degli italiani 2 laziali: Immobile e Zaccagni insieme al romanista Diybala e all’udinese Beto. Ecco perché il presidente De Laurentis ha valutato Osi 150 milioni.
Il Napoli non è pago. Vuole migliorare la già pingue classifica. Dice l’indimenticato Bruscolotti che nel 1987 vinse il primo scudetto:” Si, la città è matura e pronta per la festa ma davvero può succedere ancora qualcosa di eccezionale. Perché questo Napoli è fortissimo, gioca un calcio spettacolare, sta strameritando lo scudetto e credo davvero che in Champions possa realizzare qualcosa di mai visto da queste parti”. Il Napoli può vivere giornate storiche e irripetibili.
C’è ancora uno scoglio di 3 partite in 17 giorni cominciando domenica sera in campionato contro il Milan. La squadra che nel marzo dell’anno scorso al Maradona venne a vincere una partita chiave per lo scudetto. Ma i 23 punti di differenza in questo torneo rendono improponibile il paragone.