Nazionale di calcio, duello di Ferragosto: la Federazione vuole Spalletti (e l’avrà), De Laurentiis fa muro. Per ora.
Il Napoli, abbandonato dal tecnico toscano dopo il trionfale scudetto, vuole 3,2 milioni di euro per liberare il tecnico (lo prevede una clausola). Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, non cede al pressing partenopeo e nel prossimo weekend darà l’annuncio desiderato: Luciano Spalletti erede di Mancini. Tutti i salmi finiscono in gloria. Scongiurato il Conte-bis. Su il sipario.
Non è facile il “compito” che attende Spalletti, Mancini, al netto delle iatture che conosciamo (in testa la mancata partecipazione al al Mondiale del Qatar) ha vinto uno storico Europeo ed ha fatto debuttare in Nazionale 57 giocatori.
Il primo era stato Politano(2018), l’ultimo Bongiorno (2023). In mezzo ragazzi di spessore come Barella, Tonali, Zaniolo, Locatelli, Calabria e Scamaccca. Ora c’è molta curiosa sulle scelte che farà il successore del Mancio. Ipotesi più che concreta: Tonali e Chiesa sono già in pole. Per l’attacco facile che punti su Berardi e Retegui sostenuti da Chiesa.
L’Italia è attesa da due partite valide per le qualificazioni all’Europeo del 2024 in Germania. Il 9 settembre giocherà a Skopje contro la Macedonia del Nord; il 12 settembre a Milano contro l’Ucraina. Spalletti ha diversi problemi da risolvere: ama la difesa a quattro, ma quasi tutti i suoi centrali giocano in linee a tre; a centro campo ha abbondanza di interni,ma il regista resta un problema.
Quanto all’attacco ha una fioritura di esterni che gli “ garbano”. Vedremo. Molto probabilmente sceglierà per centravanti Redegui che ha una dote che piace al nuovo CT: l’italo-argentino del Genoa è un pressatore furibondo. E a questo Spalletti piace in modo particolare.
In un servizio della Gazzetta dello Sport di racconta che Roberto Mancini, 58 anni, si sarebbe confidato con le persone a lui più vicine ed avrebbe spiegato i motivi dello strappo clamoroso: non ci sarebbero di mezzo i petrodollari ma scelte imposte e ingerenze sui giocatori.
Spiegazione confermata da una intervista dello stesso Mancini a Repubblica.
Insomma l’Arabia non c’entra e nemmeno il nodo Buffon. La stampa saudita, dopo avere incassato il no di Mourinho, ha virato decisa su Mancini riferendo di un triennale da 40 milioni a stagione fino al mondiale del 2026. L’idea che il CT campione d’Europa possa andare a guidare la nazionale dell’Arabia Saudita ha generato grande entusiasmo.