Nba, Bruce Levenson come Donald Sterling. Lascia gli Hawks per email razziste

Nba, Bruce Levenson come Donald Sterling. Lascia gli Hawks per email razziste
Bruce Levenson

LOS ANGELES – Nuovo caso di razzismo nella Nba con il patron degli Hawks di Atlanta, Bruce Levenson, costretto a vendere la sua squadra proprio come è accaduto qualche mese fa al miliardario Donald Sterling, ex proprietario dei Clippers di Los Angeles, radiato a vita dalla lega professionistica del basket, per via di alcune sue frasi razziste. Come il suo collega Sterling anche Levenson venderà il proprio club anticipando, di fatto, una possibile sentenza della Nba che aveva già aperto un procedimento disciplinare al riguardo. 

Il commissioner della Nba, Adam Silver, annunciando la messa in vendita degli Hawks ha specificato che ad incastrare Levenson è stata una email a sfondo razzista risalente al 2012. Silver ha quindi ribadito la linea della tolleranza zero contro il razzismo da parte dell’Nba.

Lo stesso Levenson è stato costretto ad ammettere come la e-mail dello scandalo, scritta di suo pugno, fosse “inadeguata ed offensiva”. Nella missiva, inviata al presidente della squadra Danny Ferry, Levenson lamentava che la tifoseria degli Hawks fosse troppo afroamericana, e parlava della necessità di attirare più pubblico di razza bianca. Questo il testo del messaggio incriminato:

“Ho osservato lo stadio – si legge nella mail di Levenson – durante le nostre partite: il 70% del pubblico è nero, le cheerleader sono nere, la musica è hip hop, e ci sono pochi padri e figli agli incontri. E nei concerti dopo le partite organizzati per attrarre più pubblico c’è solo musica hip hop o gospel. La mia teoria – aggiunge Levenson – è che la folla di neri spaventa i bianchi che non vengono così alle partite”.

 

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