Nba, niente accordo sui contratti. Giocatori verso lo sciopero

NEW YORK, 30 GIU – I campioni del basket americano, ancorche' milionari, potrebbero mettersi in sciopero. La National Basketball Association, che contratta ogni anno il limite dell'ammontare complessivo delle retribuzioni pagate ai giocatori da parte di una societa', non ha ancora trovato un accordo con l'associazione dei giocatori.

I quali hanno annunciato che potrebbero mettersi in sciopero dopo che oggi si e' concluso con un nulla di fatto l'ultimo incontro per fissare un accordo sul tetto complessivo delle retribuzioni.

Se i giocatori si mettessero in sciopero, non sarebbe la prima volta. In passato era gia' successo 13 anni fa, quando nella stagione 1998-1999 campioni e gregari della Nba proclamarono lo sciopero a luglio e non scesero in campo fino al gennaio successivo.

Il campionato di quell'anno dovette essere ridotto di ben 50 partite, con conseguenze inevitabili sul piano degli introiti televisivi.

Qualcosa di analogo rischia di ripetersi quest'anno. Il cosiddetto 'salary cap' fissa il tetto massimo a cui ogni societa' si deve attenere per gli stipendi dei suoi giocatori. Viene raggiunto attraverso una contrattazione a tre (presidenti, Nba e giocatori). Ogni hanno questo tetto varia: nel 2008-09 era stato di 58,7 milioni di dollari, l'anno successivo di 57,7, quest'anno di 58,04 milioni. Ora le trattative tra associazione giocatori e Nba riguardano l'entita' del taglio del 'salary cap' della stagione prossima. Le societa' chiedono un radicale cambiamento dell'attuale sistema di contrattazione, che e' guidato dal direttore della Nba, Billy Hunter. In sostanza, chiedono che l'ammontare complessivo dei salari sia tagliato di 700 milioni di dollari. I giocatori hanno finora offerto un taglio complessivo di 500 milioni.

Le trattative – hanno dichiarato i rappresentanti dei giocatori (portavoce Derek Fisher, dei Los Angeles Lakers) – si sono interrotte oggi con un nulla di fatto. La scadenza per rinnovare il contratto con l'Nba scade, formalmente, alla mezzanotte di New York (le 6 di domattina in Italia).

La proclamazione dello sciopero non e' da escludersi. Anche se – come hanno rilevato molti osservatori – le trattative potrebbero comunque riprendere dopo la scadenza.

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