Olimpiadi ciclismo, scaricato il c.t.Cassani, rispedito in Italia: addio al veleno, successore Bramati?

Olimpiadi e ciclismo, scaricato il c.t.Cassani. È già in Italia. È un addio al veleno dopo sette anni alla direzione del nostro ciclismo. Il successore? Bramati è in pole. Ma circolano anche i nomi di Bugno, Martinelli e Damiani.

Scaricato. Il c.t. della Nazionale di ciclismo, il romagnolo Davide Cassani, è stato indotto a lasciare Tokyo e tornarsene a casa. È già rientrato. Paga il flop azzurro alle olimpiadi di Tokyo e l’aria che tira col nuovo presidente federale Dagnoni. A fine settembre , dopo gli Europei in Trentino e i Mondiali in Belgio, il suo contratto non sarà rinnovato.

Circola già il nome del successore. È Davide Bramati, milanese come Dagnoni, nel ciclismo da una vita (17 anni corridore professionista), attuale direttore sportivo   – con altri  sette – della  Quick Step.

La fortissima squadra belga vanta un organico principesco in cui primeggia il campione del mondo Alaphilippe. E i nostri  Ballerini, Cattaneo, Masnada. E quel furetto di Mark Cavendish.

Insomma Bramati c.t. part time della Nazionale italiana e, contemporaneamente, stratega degli avversari azzurri. Mi sbaglierò: ma qui c’è un conflitto d’interessi. O no?

Circolano anche altri tre nomi: Gianni Bugno, Beppe Martinelli, Roberto Damiani. Ma l’ex fuoriclasse brianzolo non ha esperienza di ammiraglia e quindi non passerà . Beppe Martinelli, bresciano, attualmente nello staff tecnico della Astana, di esperienze sulla ammiraglia ne ha da vendere. Ha diretto campioni come Pantani, Nibali, Garzelli. Ha vinto Giri e Tour.  Infine Roberto Damiani, altro Lombardo, direttore sportivo della Cofidis, la squadra di Elia Viviani. Si vedrà. In attesa di comunicati ufficiali.

Domanda inevitabile: perché Dagnoni lo ha così brutalmente scaricato dopo il flop alle Olimpiadi?   

Solo perché un presidente neo eletto vuol farsi una squadra a sua immagine e somiglianza? Per carità, ne ha il diritto. Ha una sua logica e legittimità. È evidente che la Federciclismo  vuole una svolta drastica, un taglio netto col passato , cambiare metodi di lavoro. Dagnoni, nei giorni scorsi, aveva anticipato la sua linea.

Aveva detto :” La nostra idea è quella di far assomigliare la Nazionale a una grande squadra World Tour. Creare un sistema con una serie di importanti professionalità, come direttori sportivi, preparatori, meccanici a disposizione dei vari settori”.

Ritiene il metodo Cassani superato. Oggi il ciclismo è cambiato. A Dagnoni oltretutto non è mai piaciuta l’autonomia che aveva Cassani. Non gli andava che il c.t. curasse soprattutto il suo “orticello “ ( parole sue ) e ignorasse gli altri settori federali. E ha scaricato un tecnico che dal 2014  aveva dato l’anima per la causa.

Ottenendo anche buoni risultati prima delle Olimpiadi

Con lui l’Italia ha vinto tre Europei ( Trentin, Viviani, Nizzolo )  e l’argento mondiale di Trentin nel 2019. Più la cronometro iridata di Ganna a Imola 2020. Non è bastato.

Cassani è molto amareggiato. Soprattutto perché nessuno gli ha detto niente al di là della consegna del biglietto aereo. Lui, per ora, tace. E per un romagnolo non è facile. Ha detto soltanto: ”Tra persone perbene ci si parla“. E poi: ”Sono sereno. Ma mi sembra giusto che si parli più avanti“.

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