Londra 2012, Sarmiento è bronzo: “Lo dedico a mia figlia Sofia”

Mauro Sarmiento (Foto Lapresse)

LONDRA – Mauro Sarmiento è bronzo: scende un gradino del podio rispetto a Pechino, ma è felice comunque.

Bronzo nel taekwondo, categoria fino a 80 chili. ”E’ una medaglia che per me significa tantissimo, è la conferma che quel secondo posto di quattro anni fa non era stato un colpo di fortuna. La dedico a mia figlia Sofia che nascerà a gennaio”, dice Sarmiento che a Pechino definì il suo argento ”un calcio alla camorra”.

Venerdì sera ha battuto per 4-0, nella sfida che vale il terzo posto, l’afghano Ahmad Nesar Bahawi, che sfila via in zona mista zoppicando vistosamente.

L’incontro Sarmiento-Bahawi è stato, come spesso capita nel taekwondo, molto equilibrato e si è risolto nell’ultimo dei tre round da tre minuti l’uno. Il punteggio era di 0-0, ma l’azzurro ha ‘sbloccato’ il punteggio prima con un calcio sulla corazza del rivale, quindi del valore di un punto, e poi con uno al volto (tre punti) per il 4-0.

In precedenza Sarmiento era stato privato di altri tre punti a 26” dal termine della seconda ripresa, quando aveva piazzato un altro calcio sul capo dell’avversario. Il punto da tre era stato in un primo momento assegnato, subito dopo, però, c’era stata la contestazione degli afghani per un esame più accurato dell’accaduto alla moviola.

Dopo una lunga pausa, ed aver visto e rivisto i filmati, i giudici avevano deciso di togliere il colpo all’italiano, e si era ripreso dallo 0-0.

”Non mi sento defraudato di nulla – commenta Sarmiento – ma soltanto felice. Questa medaglia è il coronamento di tantissimi sacrifici ed una sorta di riscatto dopo che in questo quadriennio per troppe volte sono uscito ai quarti di finale in grandi manifestazioni. Sarmiento c’è, e stasera l’ho dimostrato. Ho fatto vedere a quelli più giovani di me che nel taekwondo bisogna stare calmi, altrimenti c’è il rischio di farsi male. Certo quel match di semifinale perso contro lo spagnolo Garcia quasi all’ultimo secondo lo sognerò a lungo, e a un certo punto non ho capito nulla. Poi sono stato bravo a recuperare e a farmi trovare pronto per la sfida per il bronzo”. Londra per Sarmiento potrebbe essere un punto d’arrivo definitivo.

”Ho 29 anni – spiega – e faccio uno sport in cui si prendono tanti colpi. Ho molti acciacchi da mettere a posto. Rio de Janeiro? Adesso mi prendo una pausa, poi assieme alla federazione faremo le nostre valutazioni. Non so fino a quando continuo, intanto mi godo questa medaglia che per me, lo ripeto, è un bellissima conferma: l’argento di Pechino non era stato un caso”.

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