ROMA – Oggi, 14 febbraio, il dossier olimpico approderà in Consiglio dei Ministri, dove non mancano orientamenti favorevoli, ma prevale la cautela. Ma salvo colpi di scena la Capitale non correrà per ospitare i Giochi Olimpici del 2020. La vigilia del pronunciamento è stata convulsa, contraddistinta da dichiarazioni di speranze (e di supporto) e dalla freddezza di Palazzo Chigi. “Andiamo domani dal premier per un incontro”, annuncia Alemanno. Ma cinque ore dopo la doccia fredda, con fonti della presidenza del Consiglio che smentiscono l’incontro, confermato infine dal primo cittadino, che comunque chiosa: “L’importante è la risposta”. In un clima di crescente attesa, negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli al premier affinché scelga in favore del progetto. Sono scesi in campo praticamente tutti – imprenditori, sindacalisti, oltre ovviamente al mondo dello sport – per sostenere la candidatura.
Se in mattinata il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, ha auspicato il sì del governo, nel pomeriggio Pdl, Pd e Terzo Polo hanno presentato ciascuno una mozione a favore della candidatura, tutto in nome del rilancio dell’Italia, della vetrina per il Paese, un’occasione da non lasciarsi scappare a 60 anni dall’edizione storica di Roma ’60. L’iniziativa parlamentare ha aumentato l’ottimismo del sindaco, che comunque si è sempre detto fiducioso su una scelta in positivo del governo.
Il fronte economico è quello che più preoccupa l’esecutivo dei professori: troppi soldi pubblici per un paese che ha appena imboccato la via d’uscita dalla crisi. Atene 2004 insegna che le Olimpiadi sono una grande occasione, ma anche un grande rischio: “Non è stato proprio con i Giochi che la Grecia ha fatto il primo passo verso il default?” si interroga il Corriere della Sera. Anche Londra ha visto raddoppiare le sue previsioni di spesa e Monti, che da giorni soppesa i costi (certi) e gli incerti benefici in fatto di crescita e sviluppo, è orientato a negare la garanzia dello Stato per i 4,7 miliardi di spesa pubblica previsti e l’eventuale sforamento
Ma poiché il pressing è fortissimo c’è anche chi spera in ripensamenti dell’ultima ora. La forza della candidatura italiana per le Olimpiadi – è stato sottolineato anche in ambienti del Cio – è la sua sobrietà, che è un indubbio valore dopo che non pochi Paesi hanno pagato caro, e alcuni come la Grecia in modo devastante, le enormi spese fatte per ospitare i Giochi. Il progetto italiano prevede l’impiego di 42 impianti sportivi nella capitale, solo nove dei quali da costruire e che si concentrano proprio nella cittadella di Tor Vergata. La relazione della commissione incaricata di studiare la compatibilità economica dell’iniziativa, inoltre, non lascia dubbi sulla sua convenienza, visto che i vantaggi in termini di crescita di Pil e di livelli occupazionali risulterebbero a costo zero per il Paese.