Palermo-Inter: i rosanero hanno poco da perdere

Palermo – Dall'Inter a… l'Inter. Della serie, dove eravamo rimasti: 105 giorni dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia, sul terreno dell'Olimpico di Roma, il Palermo ritrova la corazzata nerazzurra.

L'appuntamento e' per domani sera, ma questa volta in Sicilia, dove i rosanero non vincono contro gli ex 'padroni' d'Italia, d'Europa e del mondo da un rovente pomeriggio di settembre del 2005. Quel giorno, i rosanero di Del Neri impartirono una lezione piu dura del 3-2 finale agli uomini guidati da Mancini, che, fino a pochi minuti dalla fine, erano addirittura sotto di tre gol e rischiavano di vedersi calare un inatteso poker.

Da allora a oggi e' cambiato tutto, lo stesso vale dallo scorso 29 maggio: il Palermo e' orfano di alcuni titolari – Pastore, Sirigu, Nocerino, Bovo, Cassani, Goian -, e' gia' riuscito nell'impresa di cambiare un allenatore (Mangia al posto di Pioli, che a sua volta aveva avuto il compito di far dimenticare 'maestro' Rossi): l'unica cosa invariata e' la verve di Zamparini, sempre al timone del Palermo e sempre pronto a cambiare, stravolgere, sorprendere, stupire.

Questa volta, pero', il patron – come ha confermato il dato assolutamente negativo della campagna abbonamenti – non ha stregato i tifosi palermitani, molti dei quali vedranno la partita in tv: la recessione, il fascino dell'HD, i prezzi alle stelle (una curva costa 40 euro), inducono a una comoda – anche se magari tormentata – serata sulla poltrona di casa, modello Fantozzi quando giocava la Nazionale. Uno dei leit-motiv del match di domani sera contro quella che Zamparini ha definito ''la bestia nera del Palermo'', sara' l'esordio di un certo Devis Mangia in panchina. Proiettato indirettamente dalla Primavera del Varese alla Serie A, Mangia domani (e non solo) avra' l'occasione della vita. E vorra' giocarsela bene, ''con intensita''', come egli stesso ha affermato nella conferenza stampa odierna. Ma, per battere l'Inter, ''bisognera' correre di piu''', essere ''pronti a sacrificarsi''. Insomma, ci vorra' un Palermo dinamico, da combattimento, con la scimitarra fra i denti. Mangia – ex portiere di belle speranze, sacchiano d'adozione – e' un discepolo dei 4-4-2, che fa applicare con una certa elasticita' e che, secondo lui, ''in Italia ha perso tanti proseliti'', rispetto agli anni scorsi. Nemmeno il primo Milan di Sacchi, pero', soprattutto nel finale di quella stagione '87/88, sfodero' un 4-4-2 purissimo, con Gullit, Van Basten e Virdis a comporre il trio avanzato. Altro dato curioso: domani sera, Gasperini si trovera' di fronte al proprio passato (da calciatore 128 presenze in B con il Palermo, era un'ala destra con un discreto dribbling), ma anche contro quel qualcosa che poteva diventare il suo presente, dal momento che venne contattato da Zamparini e rifiuto' l'offerta di sedersi sulla panchina dei rosanero. Poi, il patron scelse Pioli, mentre il prode Gianpiero da Grugliasco e' finito all'Inter. Con buona pace di tutti. Forse.

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