Con la premiazione del Pallone d’Oro 2024, si è chiusa definitivamente l’epoca in cui Messi e Cristiano Ronaldo dominavano incontrastati il calcio mondiale. Stavolta, infatti, il trofeo non è andato a un attaccante, ma a un giocatore che lavora lontano dai riflettori, essenziale per il successo della sua squadra. L’erede di “Re Messi VIII” non è Vinicius Junior, astro del Real Madrid, ma Rodri, regista del Manchester City. Il calciatore spagnolo, persino in stampelle, è salito sul palco del Theatre Chatelet di Parigi, mentre Vinicius è rimasto a Madrid per ordine del presidente Florentino Perez, infuriato nonostante il premio di Bellingham e il Pallone d’Oro degli allenatori assegnato a Carlo Ancelotti.
A segnare questo nuovo corso è proprio Rodri, il più lontano dagli stereotipi delle stelle calcistiche. Con un profilo sobrio e senza eccessi, rappresenta un’idea di calcio al servizio della squadra. Sebbene non abbia vinto la Champions League quest’anno, è stato premiato come miglior giocatore all’Europeo, vinto da protagonista con la Spagna. “La mia storia è quella di un ragazzo normale,” ha dichiarato, “è una vittoria per tutti quei centrocampisti come Iniesta che, seppur decisivi, sono stati spesso relegati nell’ombra.” Rodri è il terzo spagnolo nella storia a vincere il premio. Prima di lui c’erano riusciti solo Luis Suarez (nel 1960) e due volte Alfredo Di Stefano (1957 e 1959).
A 28 anni, Rodri incarna l’idea del calcio come sport collettivo. È stato decisivo con il Manchester City, segnando anche il gol della vittoria contro l’Inter nella finale di Champions a Istanbul. La sua vittoria al Pallone d’Oro rappresenta il trionfo di un calcio di squadra. Anche Ancelotti, tecnico del Real Madrid, ha ottenuto un riconoscimento, aggiudicandosi il premio di miglior allenatore, pur con un’introduzione meno celebrativa di quanto avrebbe meritato.
Quest’anno, il sistema di votazione è stato riformato: i giornalisti rappresentanti dei primi cento Paesi nella classifica Fifa dovevano scegliere dieci nomi dalla lista dei trenta di France Football, assegnando un punteggio. Questo cambiamento ha reso la competizione più aperta, favorendo un esito meno prevedibile, anche se Vinicius restava un forte candidato con la sua Champions vinta.
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