ROMA – In campo la squadra cerca una sterzata dopo gli ultimi risultati negativi, fuori il presidente prova a individuare con l’ausilio della tecnologia i campioni del domani. La Roma viaggia su due binari, da un lato c’è quello agonistico affidato a Di Francesco, chiamato a dare prova di maturità in occasione della trasferta di Napoli, dall’altro c’è quello societario con Pallotta impegnato a raddrizzare i conti del club (è stato fissato in 115 milioni l’ammontare definitivo dell’aumento di capitale) e a utilizzare software di ultima generazione per agevolare lo scouting del ds Monchi.
“Proviamo a individuare i calciatori con un sistema di filtri che ci portino magari al prossimo Messi, se mai esiste, al prossimo Ronaldo o Totti, o qualcuno di simile a lui per la Roma” ha spiegato il businessman americano nel corso della ‘Sloan Sports Analytics Conference’ del MIT di Boston a cui ha preso parte anche Javier Sobrino, direttore del piano strategico e delle innovazioni del Barcellona, che ha rivelato che “tempo fa abbiamo ricevuto un gruppo di manager cinesi che come prima cosa ci ha chiesto quanto costerebbe comprare il Barca”.
Affermazione che ha innescato la pronta battuta di Pallotta: “Dategli il mio biglietto da visita”. In realtà quello che aspetta con ansia, più che un compratore o un socio, è il via libera ai lavori del nuovo impianto di proprietà a Tor di Valle. “In tre anni speriamo di avere un nostro stadio, poi potremo iniziare a produrre ricavi doppi o tripli rispetto ad ora. Io non ho molta pazienza, ci stiamo mettendo tanto, ma ci arriveremo”.
Da tempo invece Pallotta ha perso la calma con le radio romane, nel mirino perché “gettano fango tutto il giorno su quello che facciamo. Da quando abbiamo dato vita alla nostra stazione però ne abbiamo mandate due in bancarotta, adesso ce ne mancano altre sette”.
I conti che dovrebbero preoccupare Pallotta tuttavia sono quelli di Trigoria dopo che il cda ha approvato la semestrale con una perdita di 40,3 milioni di euro. Un ‘rosso’ di bilancio che dovrà essere alleggerito attraverso le plusvalenze entro fine giungo per non sforare ancora i paletti del fair play finanziario. Il tutto sperando che la squadra riesca a finire tra le prime quattro in campionato.
Senza qualificazione alla prossima Champions League, infatti, servirà ben altro che una cessione. A dover centrare l’obiettivo europeo sarà Di Francesco che sabato al San Paolo proverà a mettere i bastoni fra le ruote del Napoli nella corsa scudetto evitando il terzo ko consecutivo dopo quelli con Shakhtar Donetsk e Milan.